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‘Italia, come stai’: Insam, Paris e Fischnaller, largo ai giovani!

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A soli 13 mesi dalle Olimpiadi di Sochi 2014, l’Italia degli sport invernali lancia ottimi segnali. E, cosa ancor più importante, lo fa con dei giovanissimi che assicurano un avvenire radioso alle rispettive discipline.

Poche settimane fa, con un po’ di invidia, avevamo sottolineato la superiorità dei nostri cugini transalpini, dotati di un numero decisamente maggiore di fuoriclasse in grado di portare la Francia tra le primissime del medagliere. Di contro, dicevamo, il Bel Paese poteva contare su tanti buoni atleti, ma solo su dei “progetti di fuoriclasse”. Ebbene, il processo di maturazione tanto atteso, in alcuni casi, si sta rapidamente materializzando e forse anche noi potremo sciorinare con orgoglio dei fuoriclasse nel medio-lungo periodo.

Quante volte in Italia abbiamo sentito la frase “può diventare un campione”? Troppe. Eppure, quando le potenzialità vengono sfruttate appieno, la soddisfazione è anche maggiore. Prendiamo ad esempio Dominik Fischnaller. Da due stagioni si parlava di lui (noi compresi) come di un predestinato. Ieri le promesse sono state mantenute ed il 19enne altoatesino è entrato nel gotha dello slittino. Lo stile di guida dell’azzurrino, così pulito, essenziale e proteso sempre al raggiungimento della massima velocità, ricorda molto da vicino quello di Armin Zoeggeler: è indubbio che l’essersi allenato con il Cannibale negli ultimi anni abbia consentito a Fischnaller di carpire tutti i segreti del mestiere dal più grande di sempre. Un maestro d’eccezione, non c’è che dire, ma, come sovente accade, alla lunga l’allievo diventa più bravo e Koenigssee ha siglato forse uno storico passaggio di consegne. Il vecchio leone ora ha un erede, ma, statene certi, sentiremo ancora il suo ruggito fino a Sochi.

E’ arrivato finalmente il primo podio in carriera anche per Evelyn Insam. L’avvio di stagione, pur con piazzamenti altalenanti, aveva consacrato l’azzurra tra le prime 5 del globo, anche se il problema principale era stato quello di piazzare due salti egualmente convincenti nella stessa gara. La 18enne altoatesina, dotata di una esplosività muscolare di tutto rispetto, riesce a raggiungere misure di rilievo anche con vento da dietro (quindi sfavorevole); l’aspetto tecnico su cui lavorare resta quello dell’atterraggio (un po’ per tutta la nazionale azzurra femminile), con un telemark spesso solo abbozzato che produce valutazioni inferiori al 18. Nel complesso, non diciamo un’eresia affermando che Evelyn, in questo momento, rappresenta la nostra carta migliore in vista di un possibile podio ai Mondiali della Val di Fiemme.

Sempre in tema di promesse che si stanno rapidamente svezzando in campioni, non possiamo non pensare a Dominik Paris nello sci alpino. Il 23enne nativo di Merano, al di là della prima vittoria in carriera ottenuta sulla mitica Stelvio, impressiona per un bagaglio tecnico probabilmente superiore anche a quello del miglior Kristian Ghedina. Volendo abbozzare un paragone tra i due, Paris, comunque tra gli atleti più scorrevoli del circuito, ha forse qualcosa in meno di Ghedina per quanto riguarda la sensibilità pura sugli sci nei tratti in piano; nelle parti tecniche, tuttavia, è superiore al campionissimo ampezzano, avendo compiuto dei passi da gigante formidabili nell’arco di pochi mesi. Non è escluso che a breve Paris possa dire la sua anche in superG. Nel complesso, abbiamo trovato un velocista completo, in grado di primeggiare in qualsiasi discesa, dalle più “facili” come Val Gardena e Lake Placid, alle grandi classiche come Bormio, Wengen e Kitzbuhel. A Dominik Paris ora si chiede quella continuità di rendimento inseguita invano dagli altri talentuosi componenti della selezione tricolore. Senza girarci troppo attorno, gli si chiede di diventare un fuoriclasse.

 

federico.militello@olimpiazzurra.com

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