Pallanuoto

Matteo Aicardi in esclusiva: “L’Italia ha aperto un ciclo vincente”

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Olimpiazzurra ha intervistato in esclusiva Matteo Aicardi, il centroboa della Pro Recco e del Settebello campione del mondo e vice-campione olimpico.

Dopo sei anni al Savona, sei andato a rinforzare l’organico della Pro Recco: come hai vissuto questo cambiamento e come ti sei ambientato?

“L’ho vissuto un po’ male all’inizio, ma solo per i problemi che ci sono stati con il cambio societario a Recco che mi hanno lasciato in un limbo per mesi durante l’estate e che per fortuna, facendo molti sacrifici da ambo le parti, abbiamo risolto. Per la squadra invece è stato facile ambientarsi. L’unico con cui non avevo mai giocato insieme era Madaras”.

Come valuti la decisione della Pro Recco di rinunciare alle Coppe Europee quest’anno?

“La Pro Recco ha scelto di rinunciare perché si è sentita presa in giro da certi club che prima volevano la lega e poi l’hanno respinta. La mia squadra invece è rimasta sempre coerente”.

Per il campionato sarà sfida a due tra Brescia e Pro Recco, o vedi possibili out-siders?

“Io direi che nel campionato di quest’anno nulla è scontato, almeno cinque squadre possono giocarsela fino alla fine”.

Nel complesso, è sempre più il campionato dei giovani italiani: un bel segnale per la nostra pallanuoto?

“Sì sicuramente c’è più spazio nei principali club per i giovani. Ciò è un bene, però bisogna sempre cercar di mantenere un giusto equilibrio in una squadra”.

Hai rischiato di perdere l’Olimpiade dopo l’operazione al dito: raccontaci come hai vissuto quei momenti e la tua corsa contro il tempo.

“Il mio infortunio l’ho vissuto malissimo poichè i medici mi diedero per spacciato a priori. Poi, accelerando i tempi e rimettendoci un dito non sarà mai più come prima, sono riuscito ad arrivare a coronare il mio sogno. Lo rifarei altre mille volte!”.

A Londra l’Italia, con il passare delle partite, è entrata in forma ed ha ritrovato lo smalto dei Mondiali: cosa è mancato per battere la Croazia?

“A Londra a noi non è mancato nulla. C’è sempre una squadra che emerge in una competizione, l’anno prima eravamo noi (Mondiale di Shanghai, ndr), a Londra invece la Croazia era un treno che nessuno è riuscito a fermare. Hanno meritato il successo. Ovvio, l’amaro in bocca ci resterà sempre, ma sarà quello che ci permetterà di puntare in alto per i prossimi quattro anni”.

Pensi che questa Italia di Campagna stia costruendo un ciclo come quella di Rudic negli anni ’90?

“Penso che Sandro abbia creato un movimento a tutto tondo dalle giovanili al Settebello, poi potremo vincere di più o di meno rispetto agli anni ’90, ma è quello che mancava da tanti anni ed ora sta a noi dargli conferme”.

Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione tra nazionale e club?

“Ora gli obiettivi sono lo scudetto con il Recco e la finale di World League. Entrambi non facili da raggiungere”.

Sei soddisfatto del tuo rendimento finora e sotto quali aspetti vorresti migliorare?

“Finora si, ma il problema più grande per me è che il nostro campionato scarseggia di gioco pesante che mi servirebbe molto per competere a livelli internazionali. Quindi per recuperare mi devo massacrare di lavoro d’estate. Questo è il mio lavoro e quindi lo faccio con grande impegno, cerco sempre di migliorarmi”.

Consideri più emozionante la vittoria mondiale, l’argento olimpico o la vittoria europea?

“Considero più emozionante l’Olimpiade per il contorno che ha un evento del genere. Ma le tre medaglie degli ultimi tre anni sono tutte di un importanza pazzesca”.

Hai paura che qualche giovane ti sorpassi nelle gerarchie di centroboa titolare della nazionale o ti senti sicuro di te?

Io spero che qualcuno mi passi. Ciò vorrà dire che mi dovrò impegnare moltissimo per ripassargli davanti. Sono una persona che ha bisogno sempre di stimoli nuovi“.

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