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Rugby a sette femminile: sognando le Olimpiadi

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Il rugby in rosa vedrà nei prossimi anni un boom nella specialità del rugby a sette.  Abbiamo già parlato dei pro e i contro di un impegno focalizzato al codice olimpico. Ci sono sostenitori di entrambe le tesi, ma con buona pace dei puristi del XV, credo sia innegabile che una partecipazione a cinque cerchi potrebbe dare una spinta non indifferente alla visibilità della palla ovale al femminile.

Il 2012 ci ha consegnato un’Italia del rugby a sette in divenire. La partecipazione clou è stata quella degli Europei di Ameland. L’Italia si presentava in un girone interessante con Russia, Svizzera, Inghilterra, Svezia e Francia. La prima giornata si è conclusa con una vittoria, un pareggio e due sconfitte. Le ragazze di coach Di Giandomenico  battevano solo la Svizzera, pareggiavano 0-0 con la Svezia e subivano 2 chiare sconfitte da Russia (26-7) e Inghilterra (27-0). Meglio andava il secondo giorno: dopo una vittoria che fa ben sperare con la Francia (12-5) l’Italseven in rosa vinceva anche con l’Ucraina, 10 a 7 il risultato grazie a due mete di un’ottima Furlan. La finale per il Plate invece confermava la distanza con le russe che replicavano la vittoria del primo giorno, questa volta 33-0.

La sensazione è che alle nostre ragazze già oggi non manchi moltissimo per poter competere a livello internazionale, ed anzi una partecipazione olimpica a breve termine (non Rio ma magari 2020) potrebbe essere addirittura più plausibile che per i maschi. Il problema è che abbiamo la sensazione che a differenza di quasi tutte le atre nazioni noi siamo ancora con una gamba qua ed una là. Sembra che costruire seriamente una nazionale di sevens sia una di quelle cose scritte in agenda da rimandare giorno dopo giorno. Perfino lo staff tecnico è lo stesso della nazionale a XV.

Io lo trovo un vero peccato perchè al femminile, ancor più che a maschile, staccare un biglietto per le Olimpiadi potrebbe non essere così impossibile. Certo difficile, ma non impossibile soprattutto per una federazione con un budget ben superiore a quello di Spagna ed Olanda solo per fare un esempio di nazioni che potrebbero esserci già a Rio.

Foto tratta da: Ladies Rugby Club

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