Sci Alpino

Sci alpino: chi sale e chi scende dopo il weekend

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Un entusiasmante weekend di gare, in due località storiche come Wengen e Cortina d’Ampezzo, ha regalato grandi emozioni, spesso tinte d’azzurro, agli appassionati di sci alpino: vediamo, come di consueto, chi sale e chi scende dopo questo fine settimane.

Chi sale
Ovviamente, si parte da Christof Innerhofer, re del Lauberhorn.  Non è solo la vittoria ad essere importante: lo stile con cui il campione altoatesino ha domato la pista del mito è un aspetto quasi più importante dello stesso successo. Una tecnica pressoché perfetta, perfettamente sfoderata nei lunghi curvoni da supergigante del tratto conclusivo; e una mente lucida, che gli ha permesso di osare nei passaggi più complicati-e spettacolari-di questa meravigliosa pista. Un’accoppiata irresistibile per chiunque altro: stiamo attenti, Inner in queste condizioni potrebbe regalarci grandissimi gioie ai Mondiali di Schladming. Assieme al finanziere di Gais, ci sentiamo di promuovere, simbolicamente, Carlo Janka, perché è stato davvero bello rivederlo sul podio, pur in una gara spesso sottovalutata come la supercombinata. Discorso simile per Ivica Kostelic, già in progresso nei precedenti weekend, ieri finalmente con l’acuto necessario per agguantare la terza posizione in uno slalom dove Felix Neureuther ha confermato l’eccellente momento di forma; la squadra azzurra dei paletti stretti è altrettanto positiva, perché una simile prestazione collettiva-tre nei primi sette, cinque nei primi venti-costituisce un’importante conferma sul valore di questi ragazzi, con Moelgg, Gross e, finalmente, anche Razzoli a dare segnali importanti.
Lindsey Vonn e Viktoria Rebensburg, vincitrici delle due prove veloci delle Tofane, sono senza dubbio le promosse del fine settimana femminile: storie diverse, stili diversi, la statunitense si mette probabilmente alle spalle uno dei periodi meno sereni della carriera, mentre la tedesca, nelle particolarissime condizioni di gara di ieri, dà un saggio di grande tecnica e coraggio aggiudicandosi il supergigante. Promosse, pur con l’aiuto dei rispettivi numeri di partenza, l’austriaca Nicole Schmidhofer (mai nelle dieci, ieri seconda) e la spagnola Carolina Ruiz Castillo, che riconquista, dopo una dozzina di stagioni, un piazzamento a ridosso del podio. Bene anche Leanne Smith: l’exploit a Val-d’Isère non era evidentemente figlio del caso e l’eccellente clima di casa USA la sta aiutando a crescere gara dopo gara.

Chi scende
Ahi, Aksel Lund Svindal. Quella caduta-fortunatamente senza conseguenze-dopo il salto dell’Hundschopf è una brutta botta al morale e alla propria classifica generale; Hirscher, che pure non fa bottino pieno, incrementa con la consueta sicurezza. Il campione norvegese è poi davvero fermo in slalom, rispetto alle passate stagioni, per sperare di ottenere piazzamenti (e punti) importanti in supercombinata: anche a Kitz dovrà battagliare per restare nei 15, sperando che la Streif gli risulti meno indigesta della Lauberhorn. In slalom, va senza dubbio bocciato anche Jens Byggmark, per la sua ormai cronica incapacità di concretizzare, nelle seconde manche, le eccellenti performance delle prime: come a Zagabria, scivola da un podio pressoché certo a un piazzamento insignificante, mangiandosi le mani per l’ennesima occasione gettata al vento. Sempre tra i rapid gates, il nostro Cristian Deville è stata l’unica nota negativa di una squadra, come abbiamo detto sopra, altrimenti entusiasmante: il fassano sembra, a tratti, “rischiare meno” di ciò che dovrebbe e potrebbe fare.
La nazionale italiana femminile, purtroppo, è una delle note dolenti del weekend. E, senza dubbio, di tutta questa prima parte di stagione. Con un articolo apposito, oggi pomeriggio cercheremo di analizzare più nel dettaglio la situazione; tuttavia, il rimpianto per un weekend nefasto come quello di Cortina (dove l’unico sorriso può arrivare da Elena Fanchini) è davvero grande, e non è certo il primo stagionale.  Ci si aspettava di più, sulla “sua” pista, da Julia Mancuso: certo, la sua annata delle migliori, però il feeling dell’americana con l’Olimpia delle Tofane lasciava presagire almeno un podio che invece non è arrivato. Male anche Tina Weirather, fuori dalle quindici in entrambe le giornate.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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