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Sci alpino: una nuova Valanga Azzurra

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C’era una volta la Valanga Azzurra. Una squadra formidabile, imbattibile. Gustavo Thoeni, Piero Gros, Erwin Stricker, Helmuth Schmalzl, Tino Pietrogiovanna. Nomi che, da soli, bastavano ad incutere timore e rispetto negli avversari nelle discipline tecniche. Poi negli anni ’90 fu il tempo dell’età dell’oro di Alberto Tomba, Mr. 50 vittorie in Coppa del Mondo che fece innamorare l’Italia allo sci. Stiamo parlando di due ere sciistiche in cui l’Italia ha dettato legge in lungo e in largo, dominando dall’alto di una superiorità netta.

A quasi 40 anni di distanza è sbocciata una nuova Valanga Azzurra, questa volta nelle prove veloci. I nuovi moschettieri azzurri sono Dominik Paris, Christof Innerhofer, Werner Heel, Peter Fill, Matteo Marsaglia. Una selezione formidabile, esplosa definitivamente in tutto il suo potenziale e capace di monopolizzare la stagione a suon di vittorie. Su 10 gare disputate (6 discese e 4 superG), 5 le ha vinte l’Italia, il 50%. Numeri spaventosi, che accomunano questa nazionale anche al mitico Wunderteam austriaco di qualche anno fa. Per quanto riguarda le discese, tutte le “grandi classiche” (Beaver Creek, Bormio, Wengen e Kitzbuhel, quest’ultima la più prestigiosa in assoluto) sono state conquistate dal Bel Paese,  evento mai verificatosi in passato.

Considerando l’età media del gruppo tricolore, inoltre, si ha la netta sensazione di essere solo all’inizio di un ciclo. Nelle discipline veloci, infatti, l’esperienza e la maturità agonistica contano molto di più rispetto a slalom e gigante e spesso gli atleti forniscono il meglio di sé oltrepassata la soglia delle 30 primavere. Basti pensare al fuoriclasse svizzero Didier Cuche, capace di imprimere una svolta alla propria carriera a 33 anni suonati, trasformandosi da sciatore sin troppo spesso piazzato a campione di razza. I nostri uomini-jet, sotto questo profilo, hanno l’età giusta per segnare un’era: 30 Fill ed Heel, 28 Innerhofer, 27 Marsaglia, 25 il promettente Siegmar Klotz, 23 il fenomenale Paris. Come dire, il bello deve ancora arrivare.

La squadra italiana impressiona per qualità, quantità ed eterogeneità, con atleti che, a seconda delle piste e delle circostanze, possono spiccare maggiormente rispetto agli altri. Il sapiente lavoro dei tecnici, poi, ha saputo colmare la grande lacuna degli scorsi anni, ovvero la scorrevolezza, tanto che gli azzurri sono ormai diventati dei velocisti completi e capaci di adattarsi a qualsiasi tracciato.

C’era una volta la Valanga Azzurra. Poi arrivò Tomba. Ora è il turno del Fast Dream Team. Ad accomunare le tre diverse epoche un solo filo conduttore: un’Italia che fa innamorare.

 

federico.militello@olimpiazzurra.com

 

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