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Sport & Cinema: Invictus, il rugby e un antirazzismo un po’ troppo retorico

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La storia di un mondiale di rugby e di come unì un popolo spaccato a metà. Tutto vero, tutto accaduto realmente grazie all’iniziativa di un grande uomo come Nelson Mandela. Una storia così bella e affascinante da rendere veramente complicata una sua trasposizione cinematografica.

Così Invictus non è un film riuscitissimo, penalizzato da un eccesso di retorica decisamente superflua, vero inizio del declino di un grande regista, Clint Eastwood, che dal 2008 (Gran Torino) non ne ha più azzeccata una. Resta comunque una pellicola istruttiva per chiunque non conosca la storia di Madiba e del Sudafrica, dell’Anc (African National Congress) e di come decise di abbandonare la lotta armata per vincere la sua battaglia.

La storia della morte di un orrendo regime di Apartheid e della conseguente emarginazione di una nazione dal consesso delle potenze internazionali, in politica come nello sport. È un film istruttivo anche per chi ancora non sa dello straordinario potenziale che lo sport, e in particolar modo una disciplina come il rugby, ha. Quando il Sudafrica organizzò la Coppa del Mondo nel 1995, Mandela cercò e trovò nel capitano degli Springboks, François Pienaar, un alleato imprevedibile. Di origine boera, figlio di una famiglia bianca benestante, educato fin da bambino alla discriminazione razziale come se fosse insita nella stessa natura umana, Pienaar fu conquistato da quello straordinario uomo di colore che aveva appena preso in mano le redine del Paese.

Invictus si posa interamente o quasi sul legame tra i due, interpretati da Morgan Freeman e da Matt Damon. Inserisce elementi e scene di gioco, riprese da quel mondiale che a sorpresa i padroni di casa riuscirono a vincere battendo la più quotata Nuova Zelanda anche grazie all’assenza nella finale dell’astro nascente degli All Blacks, Jonah Lomu. Ma è soprattutto il travaglio di una nazione che non riesce a riscrivere la sua storia e a uscire da un passato di odio a essere al centro della narrazione.

A tratti commovente, altri momenti stucchevole, Invictus è un film imperfetto, eppure meritatissimo omaggio a Nelson Mandela. E al rugby, che seppe unire un Paese in un terzo tempo lungo un mese.

gabriele.lippi@olimpiazzurra.com

Twitter: GabrieleLippi1

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