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Sport invernali: un dolce sabato per l’Italia
Non nascondiamoci: è stato un sabato memorabile. Christof Innerhofer ha sfatato un tabù che durava da 16 anni, dominando il Lauberhorn con un’autorevolezza straordinaria. Pensate cosa potrebbe fare questo ragazzo se la schiena gli concedesse un attimo di respiro e la possibilità di allenarsi in maniera regolare: probabilmente il 28enne di Gais diventerebbe imbattibile o quasi. Nel 1997 Kristian Ghedina trionfava grazie ad una scorrevolezza che ha avuto pochi eguali nella storia dello sci alpino. Innferhofer, invece, rappresenta l’apoteosi della tecnica, della capacità di curvare lo sci ed esaltarsi alla massima velocità. Due campioni agli antipodi, ma da oggi accomunati dall’aver dettato legge su una pista che rappresenta l’essenza stessa dello sci alpino. Tra una settimana si gareggerà sulla Streif di Kitzbuehel, altra classicissima leggendaria. Anche in questo caso ci sarà da porre fine ad un lungo digiuno: l’ultimo (ed unico) italiano ad imporsi nella discesa austriaca fu ancora Ghedina nel 1998. Mai nessun azzurro, dunque, è riuscito nell’impresa di centrare l’accoppiata Wengen-Kitzbuhel: qualora ci riuscisse Innerhofer, l’ingresso nella leggenda dello sport italiano sarebbe garantita. E, credeteci, la Streif potrebbe esaltare l’altoatesino ancor più del Lauberhorn. Fondamentale sarà gestire l’euforia derivante dal successo odierno e riuscire a concentrarsi sin da ora su obiettivo ancor più ambizioso.
Nello slittino, ammettiamolo, ci è rimasto l’amaro in bocca per la vittoria sfuggita ad Armin Zoeggeler a causa di un errore commesso nel corso della seconda manche. Eppure oggi abbiamo rivisto il Cannibale dei bei tempi, non così distante dai più giovani in fase di spinta, ma soprattutto capace di fare la differenza alla guida, fondamentale in cui, come da lui stesso ammesso, può ancora infliggere severe lezioni a chiunque. La “rinascita” del 39enne di Foiana poggia su due cause: un ritrovato feeling con i materiali; lo stimolo rappresentato dall’astro nascente Dominik Fischnaller, che ha pungolato nell’orgoglio un fuoriclasse che non vuole saperne di abdicare. Alle Olimpiadi di Sochi 2014, come da un ventennio a questa parte, Armin Zoeggeler rappresenterà una delle certezze della spedizione tricolore.
Infine buoni segnali giungono anche dallo sci nordico. Nel fondo Dietmar Noeckler si conferma atleta in crescita e con la prestazione odierna nella mass start di La Clusaz si è con ogni probabilità garantito il posto in prima o seconda frazione in staffetta ai Mondiali della Val di Fiemme. Ipotizzando un quartetto formato da Giorgio Di Centa (una garanzia a 40 anni suonati!), Noeckler, Roland Clara e David Hofer, l’Italia potrebbe realmente puntare ad una medaglia iridata.
Nella combinata nordica, poi, è bastato il ritorno della “bussola Pittin” (ancora lontanissimo dalla forma migliore, ma comunque capace di agguantare un buon 25mo posto) per ridare smalto a tutta la squadra ed in particolare a Lukas Runggaldier. Potremmo definirlo il “potere dei fuoriclasse”, ovvero di quegli atleti che con il loro carisma riescono a motivare ed infondere nuove motivazioni a tutto l’ambiente circostante.
E’ stato un sabato dolcissimo. Un sabato italiano.