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Tennistavolo: un movimento che fatica ad ingranare, ma si intravede la luce

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Il tennistavolo in Italia è uno sport che – è un dato di fatto – fatica a trovare spazio. Al di là di rare tradizioni territoriali (Genova e Mantova su tutte), infatti, si tratta di un movimento sempre più in declino che non ha mai portato al Bel Paese risultati importanti nelle competizioni di prima fascia e che, anche alle recenti Olimpiadi di Londra, ha deluso. Due soli partecipanti azzurri, l’eterna Wenling Tan Monfardini e Mihai Bobocica, e due secche eliminazioni nei primi turni del tabellone del singolo. Di Nikoleta Stefanova, bloccata da vari infortuni muscolari e da una questione diplomatica con la Federazione, neanche l’ombra.

Inoltre, a partire da questa stagione, i campionati italiani di A1 hanno subito un pesantissimo ridimensionamento economico, dovuto alla sparizione improvvisa di sponsor all’altezza, e molte compagini sono state costrette al fallimento. Morale: nel maschile ci sono la miseria di quattro squadre a contendersi il titolo (Sterilgarda, Apuania Carrara, Istituto Leonardi Perugia e ASD Marcozzi), mentre fra le donne la lotta è a sei, ovvero fra TT Sandonatese, Teco Cortemaggiore, Quattro Mori Cagliari, TT Cervinio Genova, Tennistavolo Norbello e Tennistavolo Zeus. Insomma, una debacle totale. Ma le porte per ripartire sono tutte veramente chiuse?

No, certamente. Servirebbe, però, un maggiore impegno della Federazione, ma soprattutto un costante e redditizio settore giovanile. Da questo punto di vista, comunque, la situazione sembra in miglioramento: Leonardo Mutti, classe 1995, sta disputando un’ottima stagione in A1 (sconfiggendo anche il numero 1 italiano Bobobica) ed è pronto al definitivo salto di qualità, nonostante un recente Mondiale Juniores in India negativo. Il giovane talento di Castelgoffredo, patria del tennistavolo in Italia, è già costantemente nel giro della nazionale maggiore e in lui sono riposte le maggiori speranze per invertire il trend dell’ultimo fallimentare decennio. Ma non è l’unico.

Negli ultimi mesi del 2012, infatti, è esplosa la classe della giovanissima Cristiana Dumitrache (1999), in forza allo Sterilgarda e già presente sui campi del campionato di A2. All’Open Giovanile di dicembre in Portogallo, infatti, l’italo-rumena ha conquistato una medaglia di bronzo individuale e ha guidato le Cadette azzurre all’oro nella prova a squadre.  Da qui, perciò, bisogna ripartire per il futuro, puntando su un settore giovanile che ha già formato atleti del calibro di Chiara Colantoni (1994), Marco Rech Daldosso (1992), Damiano Seretti (1995), Alessandro Baciocchi (1995) e Debora Vivarelli (1993).

 

francesco.caligaris@olimpiazzurra.com

Twitter: @FCaligaris

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