Scherma
Fioretto femminile sempre vincente. Nonostante tutto
Riprendere esattamente dal punto in cui ci si era lasciati. Tre atlete azzurre su un podio internazionale. Anche se Valentina Vezzali è ferma per la sua seconda gravidanza, il fioretto femminile italiano continua a monopolizzare le competizioni. Merito di ragazze fortissime e di un movimento che ha radici troppo forti per essere sradicate dai terremoti tecnici che hanno seguito l’Olimpiade di Londra 2012.
Prendete Arianna Errigo, per esempio (leggi l’approfondimento). Nei mesi che ha vissuto lontana dalle gare ha potuto rilassarsi ben poco, e non solo perché l’incombenza della nuova stagione costringeva a tornare in pedana il prima possibile. Un oro individuale mancato veramente per pochissimo, di quelle occasioni perse sui cui rimuginare a lungo (ma il tempo per rifarsi, a 24 anni, non manca, Arianna), le tante incombenze tra ospitate in tv, impegni con gli sponsor e intervista con la stampa, una popolarità in ascesa tanto rapida da rischiare di far venire le vertigini.
Ma a spezzare l’equilibrio e la serenità della ragazza di Muggiò, è stata soprattutto la partenza in direzione Germania del maestro Giovanni Bortolaso. Per lui Arianna si era trasferita a Como, da lui, adesso, si è sentita tradita. Perché mentre lei faceva di tutto per convincere la Federazione a riportarlo in Italia, lui prendeva accordi con la Russia per entrare nello staff di Stefano Cerioni.
Il ct, sì, pure lui è cambiato. Sostituito da Andrea Cipressa, che ha lasciato la scrivania da dirigente per sedersi a fondo pedana e incitare le ragazze e i ragazzi del fioretto. Insomma, una sorta di rivoluzione che ha portato anche Elisa Di Francisca e Valentina Vezzali a perdere e cambiare i rispettivi maestri. Eppure a guardare i risultati sembrerebbe tutto invariato. A Danzica (leggi il resoconto della gara), nella prima prova di Coppa del Mondo, Arianna è arrivata prima, Elisa terza, insieme a Ilaria Salvatori, che a Londra ha fatto la riserva della squadra, lei che sarebbe stata titolare e avrebbe tirato nell’individuale per qualsiasi altra nazione.
Attenzione però a trarre conclusioni affrettate e sbagliate: il maestro nella scherma non solo serve, ma è fondamentale. Il rapporto che si instaura con l’atleta è molto più che tecnico, è una sorta di feeling che supera i confini della pedana e della sala d’armi. Il maestro è il faro da seguire. Arianna Errigo è arrabbiata con Bortolaso, ma a lui deve molto della sua straordinaria e ancora giovanissima carriera. Elisa Di Francisca non sembra aver patito troppo l’addio a Cerioni, ma è con lui che è cresciuta fino a diventare campionessa del mondo e olimpica. Valentina Vezzali, beh, è Valentina Vezzali, ma lo è diventata anche grazie a Giulio Tomassini.
L’importanza del maestro nella scherma è evidente, e la si può riscontrare nelle parole di qualsiasi campione. Sulle pagine di Olimpiazzurra ne hanno parlato Paolo Pizzo (leggi il suo commento) e Irene Vecchi (leggi l’intervista), Aldo Montano, qualche anno fa, smosse mari e monti per provare a tenere in Italia Christian Bauer, l’alsaziano che l’aveva trasformato da giovane pieno di talento a campione olimpico ad Atene 2004. La squadra di spada ha patito enormemente la scomparsa di Carlo Carnevali e la quasi contemporanea partenza verso la Svizzera di Angelo Mazzoni.
La fortuna dell’Italia è che qui, di maestri di scherma bravi, ce ne sono davvero tanti, e tanti ce ne saranno ancora. Intriga parecchio il nuovo legame sorto tra Elisa Di Francisca e Giovanna Trillini, Andrea Cipressa ha tutte le carte in regola per non far rimpiangere Cerioni, mentre Arianna Errigo si è presa del tempo per scegliere la sua prossima guida. D’altra parte, almeno per ora, non sembra sentirne troppo la mancanza.
gabriele.lippi@olimpiazzurra.com
Twitter: GabrieleLippi1
Foto da La Provincia di Como