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Artistica

Ginnastica, la Brixia Brescia e i suoi favolosi Yurchenko 720°

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Yurchenko. Una delle grandi matrici degli elementi della ginnastica artistica. Quello con più varianti. Ad inizio anni ’80 fu la grande sovietica Natalia ad inventarselo e a presentarlo. Da quel momento il volteggio subì la sua prima vera, grande rivoluzione.

L’elemento base è abbastanza semplice: chiunque esegue una rondata (cioè un mezzo avvitamento) sul trampolino e appoggia le mani all’indietro sulla tavola, si sta esibendo in uno Yurchenko. Qui arriva il difficile, il salto vero e proprio: quello che aggiunge qualcosa all’elemento stesso.

 

Uno dei più complessi è il cosiddetto 720°: un salto indietro teso con doppio avvitamento. Per i puristi è un Baitova. Il suo punteggio di partenza è un buon 5.8, che lo fa entrare tra i più apprezzati a livello internazionale. Ad esempio la rumena Larisa Iordache e la russa Aliya Mustafina ci sono molto affezionate; le americane declinano per portare in gara evoluzioni più complesse (un Amanar, tanto per dire, che ha mezzo avvitamento in più). E in Italia?

Nelle competizione facciamo fatica a vederlo. Le uniche che lo hanno presentato sono le allieve di Enrico Casella; le altre ragazze hanno difficoltà più basse (magari in allenamento qualcuna ci ha provato, ma nulla di ufficiale).

 

Per Vanessa Ferrari è una delle classiche esecuzioni, che ormai ha stabilmente nel suo repertorio ed è in grado di usarlo all’occorrenza. Ad esempio alle Olimpiadi di Londra è servito per trascinare la nostra Nazionale al settimo posto a squadre (cliccate qui per vederla). Soprattutto, però, le è servito per entrare indelebilmente nella storia della ginnastica artistica italiana: a vincere il Mondiale nel concorso generale individuale. Cliccate qui per vedere la rotazione di Aarhus 2006, quella che ha dato l’abbrivio all’apoteosi finale.

Erika Fasana (nella foto) si è tolta parecchie soddisfazione alla tavola e negli anni ha saputo perfezionarlo, facendone un possibile asso nella manica da sfoderare. Vi propongo la sua performance agli ultimi Europei di Bruxelles, quando le azzurre si sono messe al collo un bellissimo bronzo (di nuovo sul podio dopo lo storico, e sempre sarà, oro di Volos 2006). Cliccate qui per vederla.

 

E se in una tappa di campionato tutta la Brixia presentasse uno Yurchenko 720°? Sia chiaro, al momento è solo una fantasticheria, un’ipotesi, difficile che si avveri. Ma non così impossibile.

Padova sarà l’ultima prova a cui prenderà parte la nostra Campionessa (poi tour per la Coppa del Mondo). La comasca, invece, dovrebbe evitare l’appuntamento in Veneto (sta rientrando dall’infortunio alle tibie) ma potremmo rivederla a Bari a metà marzo.

E chi potrà presentare allora questo fantomatico elemento. Semplice: le nuove leve. Serena Bugani in primis. Ritornata da un infortunio e da un’operazione al gomito, ha ripreso ad allenarsi solo da un paio di mesi. Proprio per questo la non eccellente prova di Ancona, con le cadute alle trave, è assolutamente perdonabile (nell’occasione, però, il suo volteggio era stato di rilievo con un 5.00 di D Score e un finale di 14.050). La giovanissima ha in mano proprio uno Yurchenko 720! Lo ha esibito in allenamento al PalAlgeco. Enrico ha postato il video in settimana, proprio per far capire il valore della ginnasta. Chissà che non vedremo delle sorprese a breve. Cliccate qui per vederla.

 

Non finisce qui perché anche la quattordicenne Martina Rizzelli, cresciuta nella Polisportiva Carnini di Fino Mornasco (proprio come la Fasana), ha ultimamente provato questo elemento in allenamento e tutto sembra riuscire per il meglio. Cliccate qui per vederla.

Anche la comasca sta tornando da un infortunio pesante, ad Ancona si è esibita solo alle parallele (bravissima) ma il futuro è tutto dalla sua parte.

Chissà se un giorno tre brixiane presenteranno tre Yurchenko 720° contemporaneamente. Sarebbe un sogno…

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

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