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Ginnastica, sabato bestiale per la Ferrari: è American Cup

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Primo weekend internazionale del 2013 per la ginnastica artistica. Sabato 2 marzo, a Worcester (Stati Uniti d’America), torna la classica d’apertura: la prestigiosa American Cup. È uno dei trofei più importanti, ricchi e amati dalle atlete. Questa volta è valida come quarta prova della Coppa del Mondo 2012-2013 dedicata alle all-arounder (ultima tappa a Tokyo in aprile). In testa alla classifica si trova Elisabeth Price, che ha dominato gli ultimi due appuntamenti a Stoccarda e Glasgow. In casa, però, l’americanina non scenderà in pedana e allora verrà scalzata dalla tedesca Seitz, distaccata di soli dieci punti. Le otto ginnaste invitate si esibiranno in un classico concorso generale individuale. Chi vincerà porterà a casa un bel gruzzolo di denaro oltre a 50 punti iridati, poi si scala di cinque punti ogni posizione.

 

Quest’anno volerà oltreoceano la nostra Vanessa Ferrari (accompagnata da Enrico Casella, alla prima trasferta da Direttore Tecnico). La bresciana si merita questo importante palcoscenico. Nel Massachusetts si presenta con un nuovo esercizio alla trave (cliccate qui per vederlo), con delle nuove combinazioni alle parallele, e con un nuovo mix musicale al corpo libero. La forma fisica che abbiamo visto tra Ancona e Padova sembra abbastanza convincente (per essere a inizio stagione) e potrebbe regalarle delle gioie interessanti. Siamo convinti, però, che l’uscita a stelle e strisce serva per riprendere confidenza con certi palcoscenici e per provare la propria condizione: da perfezionista qual è, sappiamo che questi sono i primi avvicinamenti verso gli Europei, primo banco di prova e prima occasione di riscatto dopo Londra. Ad ogni modo la Cannibale di Orzinuovi dovrebbe lottare ancora una volta per il podio: dopo il quarto e il quinto posto di quest’autunno, sembra presentarsi una battaglia spalla a spalla con la Elisabeth Seitz. La tedesca è stata finalista alle parallele e nel concorso generale alle ultime Olimpiadi, ottenendo un sesto e un decimo posto.

 

I favori del pronostico sono tutti per l’idolo di casa Katelyn Ohashi. La quindicenne, alla prima uscita da seniores, sostituisce la grande Kyla Ross fermata da una contusione al tallone. Un onore per la grande promessa dell’artistica a stelle e strisce, all-arounder di grande spessore e che si caratterizza per una trave davvero spettacolare. È semplicemente la più bella nel panorama mondiale oltre a quella con il punteggio d’entrata più alto; non sapremo se la presenterà integralmente, ma i suoi 10cm saranno sicuramente uno spettacolo.

Sarà verosimilmente una battaglia con la connazionale Simone Biles che vorrà farsi un bel regalo per le imminenti sedici candeline (le spegnerà il 14 marzo). Il suo volteggio è davvero fantastico, il migliore dopo quello della Maroney: il suo Amanar è costantemente oltre i 16 punti e già qui i discorsi potrebbero prendere una piega molto interessante.

Sarà presente anche la canadese Victoria Moors, che porta in dote un corpo libero davvero interessante.

Completeranno il roster la britannica Gabrielle Jupp, la giapponese Asuka Teramoto e la canadese Maegan Chant.

 

La prima edizione dell’American Cup passò alla storia perché se la aggiudicò Nadia Comaneci, qualche mese prima di volare ai Giochi Olimpici di Montreal 1976 e strabiliare il Mondo, ottenendo la sfilza dei tanto famosi 10 perfetti. Da ricordare la tripletta di Mary Lou Retton (1983-1985) che nel mentre riuscì anche a diventare la prima statunitense a vincere un oro nel concorso generale ai Giochi Olimpici (Los Angeles 1984). Poi la Miller, plurimedagliata olimpica e mondiale, ora alle prese con una gravidanza dopo aver sconfitto un cancro. E nell’ultimo decennio Nastia Liukin, Shawn Johnson prima degli ultimi due trionfi consecutivi di Jordyn Wieber. Insomma: la Coppa è sempre passata tra le mani delle più forti di sempre.

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

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