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Il Meteorite dell’Atletica si schianta su Ancona: tre record italiani

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Il meteorite dell’atletica leggera italiana si è abbattuto sul Palas di Ancona, ha spaccato la pista, ha disintegrato le pedane, con la potenza di un giovane che sembra rinato. I migliori Assoluti indoor di sempre.

Tre record nazionali abbattuti nella domenica pomeriggio. Sono cose a cui non siamo abituati, che non si sono praticamente mai viste. Da cardiotonici. Intanto si riscrivono gli annali azzurri e si ricomincia finalmente a sognare con un occhio anche a livello internazionale. Prima tappa: l’Europeo a Goteborg tra due settimane.

 

Michael Tumi è stato veramente magistrale: 6.51 sui 60m a tirare giù ancora due centesimi dal già suo primato fatto registrare quindici giorni fa a Magglingen. Se in quell’occasione aveva abbattuto il muro di Pierfrancesco che reggeva da 23 anni, ieri il vicentino ha piantato una nuova bandiera nelle Marche. Questa volta l’uscita dai blocchi è stata davvero perfetta (a differenza di quanto abbiamo ammirato in Svizzera), poi è riuscito subito ad alzare il busto e ad andare via di potenza, sfruttando un’ottima accelerazione specialmente dopo metà gara. La rotondità della corsa è assolutamente da notare e da apprezzare.

Sono un tempo e una performance davvero clamorosi! Il ventitreenne sta abbattendo porte senza forse nemmeno rendersi conto. Questo cronometro è il secondo al Mondo nel 2013, dietro solo al 6.50 corso sabato dallo statunitense Patton. Pure il francesino Vicaut, fermo a 6.53, è alle spalle del nostro ventitreenne. E proprio con il transalpino ci sarà la battaglia finale in Svezia dove ci si giocherà l’oro continentale.

La domanda finale: quanto vale questo Tumi sui 100m? La proiezione è per i dieci secondi netti, più cautamente un 10.1. Vedremo quando si passerà all’aperto, ma ci sono potenzialità e aspettative davvero infinite. Soprattutto perché lui stesso afferma di arrivare ancora con tante energie al traguardo, quindi ha possibilità per spingere ancora.

 

Andando all’inverso è il turno di Roberta Bruni. Magistrale. Una diciottenne con una grinta, una rabbia agonistica, una convinzione, una tenacia che difficilmente si vedono in campo gara. Due settimane fa l’astista era volata a 4.51 a Fermo, facendo registrare il record nazionale indoor. Non poteva bastare per la diciottenne della CaRiRi (ieri primo titolo assoluto nella storia della Studentesca più gloriosa d’Italia) che ad Ancona ha sfornato un favoloso 4.60. Al primo tentativo con una freddezza glaciale: rincorsa ottima, punta bene l’attrezzo, vai su ottimamente e poi sfrutta la sua agilità da ginnasta per scavalcare l’asticella.

La laziale eguaglia così il primato italiano assoluto che Anna Giordano Bruno (ritiratasi a dicembre, ma speriamo che ci ripensi) aveva registrato all’aperto (Milano, 2009). Un piccolo fenomeno che ha provato pure il 4.65, ma ormai i nervi erano partiti per la gioia. Ora la tigre azzurra ha la quarta prestazione europea stagionale (nona planetaria), quindi in piena corsa per prendersi una medaglia a Goteborg: ha già dichiarato che il suo obiettivo è di salire a 4.63 (che, alla fine, è il record mondiale juniores detenuto dalla svedese Bengsston). Staremo a vedere. Il talento è definitivamente esploso e chissà dove può volare.

 

Ad iniziare il Big Sunday era stato Silvano Chesani. Questa è stata un più sorpresa rispetto alle altre due e il venticinquenne ha deciso di dare una risposta a tutti. Il suo 2.33 è il nuovo record italiano nel salto in alto! Un centimetro meglio di Talotti in fase indoor e a livello assoluto eguaglia addirittura la misura di Benvenuti ottenuta outdoor a Verona nel 1989! Lo ha fatto tra l’altro alla prima prova con una buona rincorsa e soprattutto un bello stacco: lì si è decisa la misura perché era andato su talmente tanto che non sono servite inarcature particolari o correzioni eccessive in aria. Lui ha detto che può valere addirittura 2.35-2.36, siamo curiosissimi di vedere questi voli. Intanto un plauso maggiore perché è arrivato fin lì passando direttamente da 2.29 e senza trovarsi avversari (Fassinotti fermatosi a 2.27, Tamberi assente per un lieve fastidio alla caviglia). A Goteborg ne vedremo delle belle: Ukhov e Dmitrik sembrano imprendibili (ma il campione olimpico forse non ci sarà), Grabarz è su questo livello. Si lotterà per le medaglie!

 

Con tre record nazionali che cadono tutto il resto non conta. Da ricordare comunque l’1.95 di Alessia Trost: la friulana è ormai in totale confidenza con questa misura e non sbaglia proprio più. Diamola quasi per scontata. La diciannovenne ha poi provato 2.01, per la seconda volta dopo Gent, ma non è riuscita a superare l’asticella. Il primo tentativo era anche buono, ma in una gara fatta praticamente tutta da sola non si poteva tirar fuori la super prestazione. Ci proverà in Svezia dove si presenterà con la miglior prestazione mondiale stagionale: senza Chicherova (suo idolo) e la Vlasic, solo Hellebaut e Beitia la separano dall’oro.

 

E non dimentichiamoci del super 8.00 di Veronica Borsi sui 60hs. La venticinquenne ha saltato che è una meraviglia e si è lanciata negli ultimi metri con una voglia incredibile di tempone. È diventata la seconda performer italiana di sempre, dietro solo a Carla Tuzzi che raggiunse l’apice con 7.97. Con questo crono si raggiunge facilmente la finale nella rassegna continentale: poi quel che arriva, arriva. Peccato che non ci fosse la Caravelli altrimenti chissà dove ci si sarebbe spinti.

 

Sui 60hs c’è da mangiarsi le mani per l’errore di Dal Molin sulla prima barriera, centrata in pieno: si era in ottica assolutamente di personal best (7.64) e si poteva pure avvicinare al record italiano di Abate (7.57, sabato fuori dalla finale per precauzione).

Molto bene Ottavia Cestonaro che ha registrato il nuovo record juniores nel salto triplo, sotto le aspettative Anastassia Angioi. I suoi diciassette anni, però, ci consentono di dimenticare questo weekend e di guardare molto più in là. Per quanto riguarda la Derkach attendiamo l’arrivo della nazionalità italiana.

 

Siamo rinati. Tutto è racchiuso in una frase di Giomi (mai visto un portafortuna umano migliore): “Il segreto sta nel dare completa fiducia agli atletica, completa disponibilità, essere al loro servizio, dare tranquillità. Le prestazioni poi arrivano”. Non arrivano, caro Presidente. Fioccano!

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

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