Sci Nordico
Mondiali sci nordico Val di Fiemme 2013: le speranze di medaglia per l’Italia
Nel 2003 i Mondiali di sci nordico della Val di Fiemme si chiusero con un triste zero nel medagliere per l’Italia. Un decennio dopo l’obiettivo è non ripetersi.
Rispetto ad allora, il nostro Paese ha compiuto passi da gigante nel salto con gli sci e nella combinata nordica, mentre ha accusato una flessione nello sci di fondo a causa di un ricambio generazionale all’altezza.
Diciamo subito la verità: anche questa volta la possibilità degli zero podi rappresenta un’ipotesi più che plausibile. Risultati stagionali alla mano, gli azzurri si presenteranno come outsider in diverse gare, ma in nessuna come favoriti. Da un lato questo potrebbe rivelarsi un vantaggio sotto il profilo della minore pressione, con il pubblico di casa che potrebbe spingere i nostri atleti a superare i propri limiti. La nostra sensazione, tuttavia, è che lo spauracchio “zero” non si materializzerà.
La maggiori speranze di medaglia sono riposte nella saltatrice Evelyn Insam, salita per la prima volta sul podio in Coppa del Mondo (seconda a Schonach ad inizio gennaio) e medaglia d’argento ai Mondiali juniores (cui in pratica prendevano parte tutte le big del circuito maggiore) alle spalle della fuoriclasse giapponese Sara Takanashi, vincitrice domenica scorsa della sfera di cristallo assoluta. La 19enne altoatesina è una delle migliori dal punto di vista della prestanza muscolare, tuttavia paga qualcosina rispetto alle rivali in termini di stile ed atterraggio. Il conoscere a memoria il trampolino di Predazzo, sul quale regolarmente si allenano tutte le nazionali italiane, potrebbe rappresentare un vantaggio non da poco per Evelyn. Se poi le condizioni di vento fossero a favore (quindi da dietro le spalle della saltatrice), per l’azzurra le chance di ben figurare aumenterebbero. L’impressione, comunque, è che a giocarsi le medaglie saranno in quattro: la francese Coline Mattel, l’americana Sarah Hendrickson, Takanashi e, appunto, Insam.
Italia reciterà poi il ruolo della mina vagante nella prova a squadre mista (Elena Runggaldier, Sebastian Colloredo e Andrea Morassi sono al top della condizione).
Nella combinata nordica il grosso punto interrogativo aleggia sulle condizioni di Alessandro Pittin, il quale, a causa dell’infortunio ad un polso che lo ha tenuto fermo per più di un mese, ha disputato appena tre gare in questa stagione. Difficile che il 23enne di Cercivento possa essere al top per puntare al podio. Paradossalmente in questo momento il friulano ha il suo punto di forza nel salto, mentre nel fondo potrebbe pagare dazio alla lunga lontananza dalle gare e ad una forma non ottimale. Stiamo comunque parlando di un fuoriclasse, dunque una zampata da fenomeno non è da escludere a priori.
La sorpresa potrebbe arrivare da Lukas Runggaldier, tra i migliori al mondo nelle ultime settimane sugli sci stretti. Se il 25enne altoatesino riuscirà a limitare i danni nella prova di salto dal piccolo trampolino (magari chiudendo tra i primi 15-20), potrebbe davvero stupire, considerando poi la durezza del tracciato fiemmese con diverse salite taglia gambe.
E veniamo poi allo sci di fondo. A dispetto del podio di Davos, non sarà facile per Federico Pellegrino chiudere tra i primi tre della sprint a tecnica classica, disciplina in cui deve ancora consolidarsi. Più realistiche sembrano le possibilità nel team-sprint a tecnica libera, dove “Chicco” formerà con David Hofer un duo da medaglia, a patto di reggere alla distanza.
Altra gara che potrebbe vedere gli azzurri protagonisti è la 15 km skating con partenza ad intervalli: su questo tipo di tracciato Roland Clara possiede davvero le carte in regola per competere con i vari Cologna, Northug ed Olsson.
Qualche piccola chance potremmo riporla anche nello skiathlon (Clara avrebbe bisogno di fare selezione prima dell’arrivo, Hofer aspetterebbe invece la volata) e nella 50 km a tecnica classica con l’intramontabile Giorgio Di Centa.
Sottovalutata dai più, inoltre, la staffetta maschile può stupire: con Dietmar Noeckler e Di Centa in alternato e Clara-Hofer nelle ultime due frazioni, esistono i presupposti per puntare alle primissime posizioni, anche se la concorrenza di Norvegia, Svezia e Russia fa paura.
In campo femminile, infine, il podio resta un’utopia, ma sono attesi ulteriori segnali di crescita dalle giovani Deborah Agreiter e Virginia De Martin e dalla sorprendente Marina Piller.
L’obiettivo primario, nel complesso, resta sempre lo stesso: fare meglio dei Mondiali del 2003. Non che ci voglia molto a dire il vero.
federico.militello@olimpiazzurra.com