Rugby Sei Nazioni: come battere la Francia

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Ne avevamo già parlato. L’Italia per vincere un match del Sei Nazioni dovrà fare tutto bene, anzi benissimo. Secondo i bookmaker gli Azzurri hanno la possibilità di battere una Francia, che si annuncia tra le favorite, una volta su dieci. Ma in cosa consiste questo tutto? Su cosa dovrà concentrarsi la Banda Brunel per avere anche solo una possibilità di far gioire il pubblico dell’Olimpico?

Innanzitutto bisogna partire dalle “armi storiche”. Da quelle fasi del gioco che hanno sempre dato sicurezze e garanzie. Facile intuire come serva affidabilità massima dal pacchetto di mischia. Da lì nasce il gioco, da lì si creano le piattaforme di partenza, da lì devono nascere situazioni pulite per facilitare la mediana, inoltre proprio lì si può iniziare a minare psicologicamente le sicurezze dell’avversario. Lo stesso discorso vale per la lotta sui punti d’incontro, dopo aver aperto la strada con le irruzioni dei nostri ball carrier, bisognerà essere precisi, puliti e disciplinati nelle ruck. La stessa pulizia che si richiede ovviamente anche in fase difensiva.

Se quanto sopra lo si può catalogare alla voce “armi storiche”, cioè quello che ha sempre caratterizzato le migliori partite dell’Italrugby, vediamo quali potrebbero essere gli ingredienti aggiuntivi apportati da Brunel e il suo staff. Intanto una maggior fiducia nel gioco aperto. Al suo arrivo Jaque aveva parlato di equilibrio tra avanti e trequarti, il lavoro sembra stia andando in quella direzione, domenica serve assolutamente confermare i progressi fatti. Sarà inoltre importantissimo crescere ancora a livello di scelte individuali. Il pepe sul gioco azzurro secondo il francese deve metterlo proprio la capacità di lettura individuale del gioco dei nostri XV, un netto scarto di pensiero rispetto al gioco malletiano più basato sulla ripetizione di parametri prestabiliti. Ovvio come, perchè tutto ciò avvenga, servirà attenzione massima da parte della mediana Gori-Burton/Orquera. Alla nostra mediana non si chiede (ancora) lo slancio creativo, la magia, ma si pretende una pulizia e una matematica di gioco vicina alla perfezione, se questo accadesse potremmo realmente sperare.

Infine, l’altro grosso valore aggiunto potrebbe arrivare da quello che si porta in eredità l’ossatura della nazionale: i giocatori Benetton. Una cosa ha funzionato benissimo quest’anno in biancoverde ed è la maul. In azzurro con una prima linea rinforzata ed un Parisse in più, proprio la maul potrebbe essere un arma devastante. Serviranno però ovviamente organizzazione in altre due fasi del gioco: la rimessa laterale, che potrebbe essere tra l’altro forse il solo tallone d’achille dei nostri avversari, e il gioco al piede.

In breve, non bisognerà sbagliare nulla, compreso tutto quello che non abbiamo citato in questa sede. Ma lo sappiamo bene noi e lo sanno bene anche i ragazzi che scenderanno in campo: è un impresa molto difficile, ma non impossibile!

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