Rugby
Rugby, Sei Nazioni: top&flop del terzo turno
Top:
Inghilterra: grande prova di maturità per il XV di Lancaster che riesce a trovare la strada per vincere un match tutt’altro che scontato. Si, partivano favoriti gli Inglesi ma il XV de France era partito con una violenza impressionante rappresentata da un feroce Picamoles e un Fofana che era una lama di rasoio al collo inglese. Farrell e compagni non si sono sottratti alla lotta, sono restati lì e hanno combattuto. I diciannove punti di sutura all’orecchio di Tuilagi lo testimoniano. Progressivamente è risalita in cattedra l’Inghilterra fiduciosa delle sue qualità tecniche e atletiche ma soprattutto del proprio piano di gioco. A Londra la parola Grande Slam inizia a farsi sempre più insistente, gli ultimi due ostacoli sono Italia e Galles. In questo torneo non si può sottovalutare nessuno ma è chiaro come l’avversario più difficile per l’Inghilterra sia ora l’Inghilterra stessa.
Capitani del Galles: Che cosa può portare una squadra che perde otto incontri consecutivi a ritrovare la vittoria e la fiducia nei propri mezzi? Tante le variabili ma un elemento è imprescindibile: l’unità d’intenti. Sam Warburton si è dimostrato un grande capitano accettando con estrema dignità la panchina all’Olimpico. Le parole di incoraggiamento per Ryan Jones che aveva ripreso il timone della squadra sono esemplari. Dal canto suo Jones ha voluto ricambiare affermando come la squadra sia ancora di Warburton. Una maturità e un esempio ai compagni che può riportare in alto una squadra con un potenziale enorme.
Orgoglio scozzese: Alla vigilia del torneo avevamo sottolineato come il XV scozzese sarebbe stato tutto da scoprire. L’orgoglio è da sempre un marchio di fabbrica scozzese ma l’aver saputo girare una partita che sembrava saldamente in mano irlandese è la prova di un carattere che non può che far sorridere Johnson
Flop
Francia: La Francia va dietro la lavagna non tanto per la partita di sabato, anche se il calo della seconda metà di gioco stride fastidiosamente col potenziale mostrato nei primi 40 minuti, ma piuttosto per un bilancio del torneo disastroso di tre sconfitte e nessuna vittoria. I transalpini partivano tra i favoriti di quasi tutti gli esperti. Nelle preferenze superavano perfino l’Inghilterra fresca di una delle più impressionanti vittorie con gli All Blacks. Riuscirà Philippe Saint Andrè a far ritrovare fiducia ai suoi ragazzi?
Declan Kidney: Brutte gatte da pelare per Declan Kidney in Irlanda. Le due ultime gare hanno messo in luce una squadra che si è trovata spiazata dai problemi in cabina di regia. Le polemiche sull’addio di Sexton sono solo state l’antipasto. L’infortunio all’apertura del Leinster ha messo la squadra in mano a un Ronan O’Gara che si è fatto trovare totalmente impreparato. A Dublino c’è già chi chiede la testa dell’allenatore che dal 2008 siede sulla panchina dei Verdi d’Irlanda.
Castrogiovanni: La partita dell’Italia è stata nettamente sotto le aspettative. Nel mazzo scegliamo Castro per varie ragioni. Intanto il suo ruolo di capitano ad interim lo mette inesorabilmente di fronte a delle responsabilità, ma anche la sua prestazione individuale è stata sotto le aspettative. Possiamo cercare tutte le attenuanti del caso, e probabilmente nelle dichiarazioni di fine gara su una poco omogenea gestione delle chiamate d’ingaggio si celano alcuni motivi della battaglia persa in mischia. Ma la battaglia è stata persa, non ci piove. In più spesso è stato proprio il suo lato a cedere, il non aver trovato il modo di evitare quel giallo che era nell’aria è un’aggravante. Non sono inoltre piaciute le dichiarazioni di fine gara, nervose e polemiche. Per fortuna a breve Castro ha corretto il tiro anche per evitare una squalifica che sarebbe stata disastrosa dopo quella di Parisse. Ma il pilone italoargentino questa stagione sembra particolarmente nervoso e con una certa difficoltà a controllare le proprie esternazioni. Le polemiche sia col suo club che addirittura con l’allenatore della Benetton ci confermano questa sensazione.