Rugby
Rugby, Sei Nazioni: un’ordinata Inghilterra e un’Irlanda baciata da O’Driscoll
Nel fine settimana si è aperto il palcoscenico sulla quattordicesima edizione del Torneo delle Sei Nazioni, la centodiciannovesima del massimo torneo annuale rugbistico dell’emisfero nord. Della grande vittoria azzurra ne abbiamo parlato e ne riparleremo ma cosa è successo nelle altre due partite?
L’onore di aprire le danze era tutto per i campioni in carica del Galles che nel suo salotto buono affrontavano un’Irlanda che storicamente quando va a Cardiff crea più di un grattacapo ai Dragoni (con ieri sono ben cinque vittorie su sette match). L’inizio è da incubo per il pubblico del Millenium Stadium. Pronti, via e 27 punti da recuperare. L’Irlanda sembrava una squadra dall’intelligenza rugbistica nettamente superiore con un Galles che avanzava a testa bassa perdendo il pallone con banalità ed imprecisione, ai verdi tutto sembrava riuscire con grande semplicità. La cronaca gallese ci racconta di placcaggi mancati e di generosissimi regali a un’Irlanda che contribuiva a portare il numero di sconfitte consecutive dei gallesi a otto. La prima meta arrivava dalle mani di Zebo ma soprattutto da un off-load di pregiatissima fattura firmato Brian O’Driscoll. Lo stesso Zebo metteva in mostra della doti calcistiche degne del miglior Messi quando al 25 controllava di mezzo tacco l’ovale per l’azione che avrebbe poi portato in meta Healey. Nella cavalcata irlandese c’era spazio anche per la meta numero 46 di un O’Driscoll al quale gli irlandesi forse dovranno, con enorme rammarico, rinunciare a partire dalla fine del torneo.
Tutta un’altra musica nella ripresa. Il Galles si ricorda di essere il campione in carica del torneo e inizia a macinare metri e gioco. Le mete di Cuthbert, Halfpenny e Mitchell ridanno speranza e fanno vacillare nel finale le certezze irlandesi. Ma non basta, la favola questa volta non si avvera e il Galles deve piegare il capo.
Nel secondo match Twickenham ospitava una Scozia con l’energia della giovane squadra desiderosa di mostrare i muscoli. Gli scozzesi volevano colpire con l’imprevedibilità, la freschezza, l‘orgoglio e forse confidavano in una certa rilassatezza psicologica degli inglesi reduci dalla storica impresa contro gli All Blacks. Abbiamo trovato invece un quindici della rosa pulito e attento. Ognuno pronto a fare bene il proprio lavoro sia in fase difensiva che offensiva. A proposito della fase offensiva, per la seconda partita consecutiva sfiorano i 40 punti segnati, un sintomo che qualcosa funziona. In maglia bianca fa brillare gli occhi degli inglesi Billy Tweelvetrees, debuttare a Twickenham nella Calcutta Cup non è roba per stomaci deboli e il giocatore del Gloucester sembra risentirlo nelle sue prime due azioni: un in avanti e un reciclo diretto nelle mani di un avversario, col passare dei minuti cresce però di intensità tanto da porre Lancaster in una piacevolissima difficoltà nel dover scegliere tra lui e un rientrante Manu Tuilagi.
Il riassunto di questa prima giornata rispecchia comunque un Sei Nazioni molto bello ed equilibrato dove anche le più forti se alzano anche solo leggermente il piede dall’accelleratore possono capitolare. Siamo solo all’inizio. Il meglio deve ancora venire!