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Schladming 2013: cosa aspettarsi dall’Italia?

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Il sogno, ovviamente, è ripetere (o migliorare) il bilancio di Garmisch-Partenkirchen 2011: sei medaglie, ovvero un oro, due argenti e tre bronzi, per un’edizione dei Mondiali indimenticabile. A Schladming 2013 non sarà affatto facile, com’è giusto che sia: vediamo, nel dettaglio, qual è la situazione delle squadre azzurre.

Prove veloci maschili: con l’eccezione delle gare di Lake Louise, dove però c’è poco da sciare e tanto da scorrere, la squadra azzurra di velocità è stata la più forte in assoluto. Dominik Paris, Christof Innerhofer, Matteo Marsaglia, Werner Heel, Peter Fill, Siegmar Klotz: una nazionale fortissima, con i primi quattro, in particolare, capaci di ottenere vittorie e podi a ripetizione. Fare sogni di medaglia qui non è proibito, e anzi i nostri velocisti sono da considerarsi tra i favoriti per discesa e supergigante. Più difficile la situazione in supercombinata, dove, pur avendo un argento e un bronzo da difendere, i nostri hanno fatto troppi pochi paletti di slalom per poter pensare di bissare quel risultato, anche se da sempre è la gara più strana…

Prove tecniche maschili: sulla carta, la squadra di slalom è la più forte del circuito. Quest’anno lo ha dimostrato a tratti, con qualche errore di troppo (vedi slalom di Kitz) a far aumentare i rimpianti, ma il fatto di dover escludere dal quartetto uno dei primi quindici slalomisti al mondo-con tutta probabilità, Cristian Deville-fa capire il reale valore dei nostri ragazzi. Stefano Gross, Cristian Deville, Manfred Molegg, Patrick Thaler: il podio è alla portata, nonostante Hirscher. In gigante l’Italia presenterà una selezione forse meno forte di quella degli anni scorsi, quando c’era l’imbarazzo della scelta: tra le porte larghe c’è stata più fatica nell’avere un ricambio generazionale. In più, Massimiliano Blardone e Davide Simoncelli, storici alfieri azzurri della disciplina, non hanno mai avuto fortuna nelle prove iridate: quella di Schladming potrebbe anche essere l’ultima occasione, prima delle Olimpiadi, per fare bene. Assieme a loro, naturalmente, un Manfred Moelgg ritornato in alto anche in gigante e il giovane Roberto Nani: Hirscher e Ligety, tuttavia, sembrano aver già prenotato due gradini del podio…

Prove veloci femminili: l’unico podio della nazionale femminile in stagione arriva proprio da una velocista, ovvero il secondo posto di Daniela Merighetti in discesa a St.Anton. L’esperta bresciana ha un modo tutto suo di sciare, con linee spesso lunghe per non perdere velocità: bisogna capire se questa tattica può essere adatta anche alla pista di Schladming, in tal caso un ottimo piazzamento di Dada non sarebbe così sorprendente. I quartetti in questo settore non sono così definiti: sicuramente, a fianco di Daniela in discesa ci sarà Elena Fanchini, che potrebbe trovarsi bene da queste parti. Per gli altri due posti, ballottaggio tra Nadia Fanchini, Sofia Goggia ed Elena Curtoni: tutte e tre, assieme a Dada, dovrebbero prendere parte al supergigante, con ambizioni diverse. Tutti ricordiamo la bella gara della valtellinese a Garmisch, che sicuramente la stimolerà a far bene anche in Austria, anche perché c’è qualche recente errore da riscattare; Nadia è in crescita costante, ma forse, da parte sua, è lecito attendersi qualcosa di più in gigante piuttosto che nelle veloci dove è ancora in cerca della sicurezza necessaria. Sofia sarà al debutto tra le big e lo vivrà con il coraggio dei suoi vent’anni e tanta voglia di sfruttare fino in fondo la grande occasione. Merighetti, Goggia ed Elena Curtoni saranno presumibilmente al via anche della supercombinata, ma è difficile ipotizzare un grande risultato.

Prove tecniche femminili: in assenza di Federica Brignone, Irene Curtoni è l’azzurra che ha reso meglio nelle prove tecniche, con una grande regolarità tanto in gigante quanto in slalom. La ragazza di Cosio Valtellino ha sfiorato il podio più di una volta in stagione, senza mai salirvi: se lo sarà tenuto in serbo per Schladming? In gigante, oltre a Nadia Fanchini, saranno al via anche una Denise Karbon che scia bene, dannatamente bene, e ha una grande esperienza internazionale molto utile in queste competizioni, e una Manuela Molegg apparsa troppo limitata dai consueti problemi alla schiena. In slalom, invece, Irene e Manuela saranno affiancate da Chiara Costazza, finalmente in ripresa dopo qualche stagione nell’oblio, e dalla promettentissima Michela Azzola, una che si “butta” senza calcoli: per la storia azzurra dello speciale femminile, comunque, il podio sarebbe qualcosa di miracoloso.

Gara a squadre: mercoledì 13 febbraio, nel mezzo del programma iridato, il team event. Gara poco apprezzata da atleti e pubblico, ma che comunque regala tre medaglie dello stesso valore delle altre. L’Italia, sulla carta, ha buone chance da giocarsi.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

 

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