Rugby
Sei Nazioni: top e flop della 2^ giornata
TOP
George North: decisivo al pari di Halfpenny. Raccogliere quel cross kick di Biggar non era per niente facile, ma il suo talento lo ha trasformato quasi in una formalità. Non importa quanto sia duro il primo placcaggio, lui lo supera sempre.
Ben Youngs: l’impressionante solidità inglese è anche merito del mediano di mischia. Comanda in modo eccellente il pack e gestisce al meglio tutti gli ovali senza eccessiva foga. Inoltre, dalla base non pecca mai di precisione al piede. Menzione speciale anche al capitano Robshaw, 15 placcaggi e leadership mai in discussione e a Farrell, fenomeno sempre più affermato.
Rob Harley: classe ’90, il rosso flanker dei Warriors è un altro elemento di assoluto valore della new generation scozzese. Forse il simbolo della determinazione degli Highlanders nel match contro gli azzurri, in particolare nei breakdown.
FLOP
Ronan O’Gara: gallina vecchia non fa buon brodo. Infortunato Sexton, l’Irlanda si affidava al suo vecchio capitano per rimontare gli inglesi. Ma il quasi 36enne non ne azzecca praticamente una: non riesce a far girare la squadra come vorrebbe (e dovrebbe) e al piede è praticamente una sciagura.
Les Bleus: due sconfitte in due partite, da favorita del torneo. Nemmeno il fattore campo rigenera una Francia smarrita, senza intensità e senza lucidità nei momenti chiave. La paura di perdere la attanaglia contro il Galles, riducendola ad una squadra irriconoscibile rispetto a tre mesi fa.
Italia, i punti d’incontro: gli uomini di Johnson avevano sofferto terribilmente i breakdown e le collisioni contro l’Inghilterra e li preparano in maniera particolare. Dall’altra parte, un’Italia incredibilmente senza intensità li soffre terribilmente e ogni ruck, ogni punto d’incontro, si trasforma in sofferenza per tutti gli azzurri (nemmeno l’arbitro ha aiutato), completamente distrutti dalla piattaforma.
Foto: walesonline.co.uk
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com