Sci Alpino

Slalom Schladming: Hirscher oro, Italia ko

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Era tutto scritto. Era tutto pronto. Oggi doveva essere la festa austriaca, il guizzo d’orgoglio di un’intera nazione, a dir la verità, un po’ delusa da com’erano andati i Mondiali di casa. E così è stato. Marcel Hirscher ha vinto l’oro nello slalom iridato, confermandosi così come il re assoluto dei paletti stretti.

Nella prima manche, il salisburghese sembra quasi non voler azzardare, come se stesse sciando all’80%; eppure, ha comunque il miglior tempo. Nella seconda, ha sulle spalle un peso enorme, il peso delle decine di migliaia di persone accorse apposta per lui, per la sua festa, in una Planai Arena rumorosa come non mai: Hirscher non fa una piega. Anzi, si prende persino dei rischi enormi, perché non c’è da scherzare con un Felix Neureuther autore di un’altra grande manche e alla fine splendido argento. Hirscher taglia il traguardo, il pubblico esplode letteralmente in un tripudio popolare d’altri tempi, così com’era esploso dopo l’arrivo di Mario Matt, il vecchio leone Mario Matt, bronzo e quinta medaglia iridata della carriera. 42 centesimi il distacco di Neureuther, 65 quello di Matt, ben 1.05 quello di un Andre Myhrer quarto e con qualche rimpianto di troppo soprattutto sulla sua prima discesa, quindi Kostelic e Pinturault.

L’Italia, dopo la prima manche, era solo Manfred Moelgg. Quarto con la consueta sciata sicura, veloce ed efficace, il finanziere di San Vigilio di Marebbe dura però pochissimi paletti nella seconda prova; neanche il tempo di avere un rimpianto, di avere un primo intermedio, ma comunque il Mondiale di Manfred, con quella fantastica medaglia in gigante, è ancora una volta davvero bello.

Per quanto riguarda gli altri azzurri, Stefano Gross e Patrick Thaler, nella prima manche, sembrano ben lontani dal ritmo dei migliori: non commettono grossi errori, ma entrambi (soprattutto il carabiniere della Val Sarentino) si portano in dote un distacco pesante. Nella seconda, l’altoatesino si scatena e, a posteriori, possiamo dire che avrebbe chiuso settimo o ottavo visti gli ottimi intermedi, ma purtroppo esce a poche porte dall’arrivo; il fassano invece scia indubbiamente meglio rispetto alla prima prova e recupera qualche posizione sino a terminare undicesimo, risultato comunque non soddisfacente, stando alle sue prime dichiarazioni del dopogara.  Merita un discorso a parte la gara di Giuliano Razzoli. Il campione olimpico parte benissimo, ma commette un grave errore poco prima del secondo intermedio che, tuttavia, gli permette di restare su tempi da terza-quarta posizione; convinto di aver perso molto più tempo, l’emiliano si getta a capofitto sulla parte finale della Planai, uscendo a poche porte dal traguardo della prima manche. Planai che, poche ore più tardi, può finalmente lasciarsi andare alla festa finale, alla consacrazione di un campione e di un’intera nazione che vive per lo sci.

foto tratta da actus.com

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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