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Sci Alpino

Supercombinata: Ted Ligety ancora oro

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E pensare che manca ancora il gigante, la “sua” disciplina. Comunque vada, Ted Ligety tornerà a casa da Schladming con la pancia piena: dopo il sorprendente oro in supergigante, lo statunitense si aggiudica il metallo più pregiato anche in supercombinata.

I nomi erano quelli: Kostelic, Ligety, Raich, Pinturault. Il croato sorprende tutti con una bella discesa (maestro Ghedina si fa sentire) chiusa nella top ten, ma in slalom è troppo ragioniere, non sfoga tutta la sua classe tra i rapid gates: alla fine, sarà argento a ben un secondo e quindici centesimi da Ted. Anche Raich non se la cava malaccio nella libera, però il suo slalom dura pochi paletti, prima di ammutolire la Planai. Pinturault, invece, paga un dazio di oltre tre secondi nella prova del mattino e in slalom, nonostante la tracciatura del suo tecnico, risale solo sino alla sesta posizione. Ligety era stato sorprendente in discesa, chiusa in sesta piazza, ed è poi un fulmine di guerra tra i pali snodati, pur dosando quel suo stile quasi da kamikaze che tante, troppe volte gli ha fatto terminare la corsa prima del tempo, anche perché il vetro della Planai e una tracciatura molto stretto non perdonano al minimo errore. Dunque, Ligety e poi Kostelic: terzo Romed Baumann, seconda medaglia austriaca in questo non indimenticabile Mondiale di casa, che era al comando dopo la discesa.

Capitolo a parte meritano quelli che possono avere dei buoni rimpianti. Non stiamo parlando di delusioni, sia chiaro, perché nessuno si aspettava molto da loro: ma andate a spiegare al finlandese Andreas Romar, o allo svizzero Sandro Viletta, che hanno perso una medaglia incredibile e insperata rispettivamente per 17 e 25 centesimi. Andate a spiegare a Christof Innerhofer che, se fosse arrivato in fondo, sarebbe senz’altro stato davanti a Baumann (terzo dopo la discesa, il campione di Gais fa un’ottima parte alta di slalom, prima dell’errore). I rimpianti, per questo allegro terzetto, ci sono tutti, pur diversi da caso a caso. Tra gli azzurri, detto di Inner, Dominik Paris conclude il suo Mondiale con una buona nona posizione, dopo il quinto posto del mattino: non è malaccio in slalom, ma paga gli spazi angusti. Matteo Marsaglia, bene in discesa, salta invece tra i pali stretti e chiude per onor di firma in fondo alla classifica. Siegmar Klotz fuori nella libera.

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