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Atletica
Atletica, Mondiali 2005: e se l’Italia fosse da medaglia…
La IAAF, per mezzo del portavoce Nick Davies, ha annunciato che sta per rivelare una lista di atleti che sono risultati positivi ai test antidoping durante i Mondiali di Helsinki 2005. Si tratterebbe di nomi nuovi rispetto ai due già noti (Ol’ga Kuzenkova e Tat’jana Kotova), scovati grazie ad ulteriori test, ben diversi e più sofisticati rispetto a quelli di otto anni fa.
Ci sarebbe, quindi, la possibilità che alcuni atleti possano perdere la medaglia ottenuta in Finlandia. Ovviamente a beneficio di colleghi finiti originariamente alle loro spalle, ma che risultano essere puliti.
Quella fu un’edizione praticamente fallimentare per l’Italia con il solo bronzo di Alex Schwazer e solo altri quattro finalisti. Alcuni azzurri che terminarono le loro gare ai piedi del podio, però, potrebbero scalare delle posizioni e chissà… Sia chiaro: citiamo solo i nostri connazionali che fecero una buona prestazione in quell’occasione, non speriamo in nulla e soprattutto non stiamo accusando assolutamente gli avversari che finirono loro davanti, visto che siamo ancora in attesa dei fatidici nomi.
Nicola Ciotti fu quinto (pari merito con Jaroslav Baba) nella finale del salto in alto. Il romagnolo si rese protagonista di una delle migliori gare della carriera e riuscì a superare 2.29 al secondo tentativo. Il cubano Victor Moya e il russo Yaroslav Rybakov realizzarono la medesima misura, ma alla prima prova e si misero al collo l’argento. Boswell fu solo quarto per un errore a una misura precedente. L’oro andò all’ucraino Yuriy Krimarenko (unico a superare 2.32).
Quinta piazza anche per Giuseppe Gibilisco, che in quell’occasione difendeva il titolo conquistato a Parigi 2003. L’asta del siciliano entrò ottimamente in gara a 5.50, lasciandoci sognare per qualche minuto, prima di incepparsi per tre volte a 5.65, misura superata dai russi Igor Pavlov (quarto) e Pavel Gerasimov (bronzo). La scena fu dominata dal duello tra lo statunitense Brad Walker (argento, 5.75) e l’olandese Blom Rend (oro, 5.80).
In quinta posizione finì anche Zara Bahni, al punto più alto della sua carriera. Il giavellotto dell’italo-somale volò addirittura a 62.75m, un picco mai più toccato in seguito dalla torinese d’adozione. Quella gara fu davvero di livello stellare: la cubana Osleidys Menendez fece il record del mondo (71.70), la tedesca Christina Obergfoll si spinse al record europeo (70.03), il bronzo andò all’altra teutonica Steffi Nerius (65.96), quarta fu la danese Christina Scherwin che realizzò il record nazionale (63.43).
Magdelin Martinez fu ottava nel triplo (14.31). Difficile che possano accadere dei cataclismi.