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Caso Fuentes: il pentolone continua a bollire
Era il 23 maggio del 2006 quando a Madrid, San Lorenzo de El Escorial e Saragozza venivano arrestati il dottor Fuentes e gli altri presunti responsabili di una rete per la distribuzione e la somministrazione di sostanze e pratiche dopanti. Fuentes al momento del fermo della Guardia Civil aveva con sé dieci telefonini con numeri di moltissimi suoi clienti, parecchi ciclisti ma non solo.
I capi di accusa imputati sono quelli di “delitto contro la salute pubblica”. Non esiste, infatti, in Spagna alcun reato di doping. Di tutto ciò OA ne aveva già parlato in questo articolo che vi invitiamo a leggere http://www.olimpiazzurra.com/2013/02/operazione-puerto-e-le-verita-nascoste/
Sono dunque passati già 7 anni dall’apertura delle indagini, eppure il caso Fuentes è tutt’altro che chiuso. L’operacion Puerto è un vulcano che continua a bollire lava nonostante tutti i tentativi di sedarlo, la sensazione è che il giorno dell’esplosione si avvicini sempre più.
I nomi di squadre, atleti, allenatori, preparatori atletici avvicinati a Fuentes è enorme. Spesso i dati in nostro possesso ci permettono di catalogare questi accostamenti alla semplice voce di “chiacchere”, la sensazione è però chiaramente quella che nel calderone ancora molto non sia emerso.
Ogni interrogatorio, ogni confessione, ogni intervista porta alla luce nomi nuovi, e parecchi sono quelli usciti negli ultimi mesi. Premettendo che senza prove e condanne i protagonisti di questi rumors restano innocenti, per puro dovere di cronaca vediamo chi negli ultimi mesi è finito nell’occhio del ciclone.
Tyler Hamilton: qui non è certo una novità, la medaglia d’oro di Atene 2004 a crono aveva già pubblicato il libro denuncia “The secret race” dove raccontava la sua carriera e le implicazioni col doping. Nella deposizione data in video-conferenza il corridore ammette che fu il team-manager Bjarne Riis a metterlo in contatto con Fuentes e che le trasfusioni venivano a volte praticate dall’assistente ed ex-ciclista Alberto Leon, suicidatosi nel 2011.
Ivan Basso: Il corridore di Gallarate avrebbe ammesso di aver pagato Fuentes, per conservare delle sacche di sangue. Dice che aveva il sogno di vincere il tour.
Jacksche: ex corridore ONCE e Liberty ha ammesso di aver assunto tramite Fuentes epo, anabolizzanti e emoglobina artificiale. Jacksche ha inoltre spiegato come venissero fornite polveri per alterare le urine ai controlli.
Il ciclismo non è però certo l’unico sport seguito da Fuentes, che ha dichiarato a chiare lettere: “Ho dopato atleti di ogni genere”. Uno degli sportivi di fama mondiale che più è stato avvicinato al nome di Fuentes è Rafa Nadal. Di qualche mese fa le dichiarazioni accusa dell’ex-tennista belga Rochus. Il tennista maiorchino gioca però di contrattacco chiedendo, tramite un intervista rilasciata all’Equipe, che si facciano i nomi. Nelle sue insinuazioni Rochus ha parlato anche di Soderling sparito dal circuito dopo essere stato al top della sua carriera e aver vinto il torneo di Bastaad nel 2011.
Nel calcio il nome di Fuentes è stato accostato a grandi club spagnoli come il Barcellona e il Real Madrid, ma anche Betis e Valencia. In una celebre intervista a Le Monde venne chiesto al medico se avesse collaborato con il Real e il Barca e Fuentes disse che non poteva rispondere in quanto minacciato di morte. Le due società spagnole querelarono il giornale francese vincendo la causa.
Proprio di ieri la dichiarazione di Fuentes che accusa il Real Madrid di dovergli dei soldi.
Nell’atletica leggera sono state rinvenute tabelle di preparazione per i campionati assoluti spagnoli e per gli Europei 2002. Nella boxe, infine, è apparso sui giornali il pugile francese M’baye fotografato assieme al dottor doping all’uscita di un locale madrileno.
Come detto, purtroppo, fino a quando la magistratura spagnola non deciderà di fare chiarezza vera, dubbi, sospetti, rumors e pettegolezzi vari resteranno tali. Come non sostenere quindi la richiesta di Nadal? Si faccia chiarezza! Non sarà semplice però, in gioco c’è moltissimo: la candidatura di Madrid 2020, la reputazione di un Paese intero che ha fatto del miracolo sportivo degli ultimi dieci anni una bandiera. In gioco c’è soprattutto la credibilità dello sport.
foto tratta da cicero.de