Ciclismo
Elisa Longo Borghini, un talento in ascesa
Un po’ di follia ci vuole. La follia è il sale del ciclismo e di molti altri sport. E non si potrebbe definire in altro modo un’azione solitaria a 40 km dall’arrivo, che scatta su una discesa resa viscida dalla pioggia, sapendo che dietro c’è una certa Marianne Vos pronta a cannibalizzarti: è quanto fatto, domenica, da Elisa Longo Borghini al Trofeo Alfredo Binda, prova di Coppa del Mondo. Una geniale e vincente follia.
“Ho attaccato in discesa perché in salita non sono la più forte, in pianura è difficile staccare le avversarie, in volata non sono la più veloce” – ha dichiarato nel dopogara con la consueta umiltà, una dote che l’ha sempre contraddistinta. Erede di una famiglia di sportivi, com’è noto lo scorso anno ha conquistato il bronzo iridato a Valkenburg: talvolta Elisa non corre da capitana, ma quando le capita l’occasione, come in Olanda o a Cittiglio, non tradisce mai. Si tratta di un’atleta tenace, completa, con una grande resistenza e-come si è visto-un grande coraggio. Si tratta poi di una ragazza che ha compiuto ventuno anni a fine dicembre, appena alla terza stagione tra le professioniste, con la squadra norvegese dell’Hitec Products, dove l’ha raggiunta quell’altro grande talento azzurro che risponde al nome di Rossella Ratto. Con il guizzo di domenica, un mix di genio e tattica, ha riportato in Italia un trofeo che mancava dal 2000, quando vinse Fabiana Luperini.
Piemontese di Ornavasso, una carriera anche da studentessa universitaria all’Insubria di Varese, è dunque solo agli inizi di un’avventura tra le big che si preannuncia veramente ricca di soddisfazioni. Non è abituata a stare sotto i riflettori, ma certo patisce, come tutte le ragazze, la mancanza di attenzioni mediatiche offerte al suo meraviglioso sport: eppure, ne siamo convinti, anche grazie ai suoi successi il ciclismo femminile sarà sempre più alla ribalta.
foto tratta da msnbc.msn.com
marco.regazzoni@olimpiazzurra.com