Ciclismo

Fabian Cancellara re delle Fiandre

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Semplicemente spaventoso. Lo chiamano Spartacus per la sua forza, il Diretto di Berna perché ricorda davvero un treno: Fabian Cancellara (RadioShack) ha dato oggi un altro saggio della sua incredibile classe, andando a vincere in solitaria il Giro delle Fiandre.

La prima sorpresa di giornata-purtroppo non bella-capita dopo 19 chilometri, quando Tom Boonen finisce a terra e si procura una forte contusione a livello dell’anca, fortunatamente senza fratture: comunque, la sua corsa termina in quel momento. Nei vari tentativi di fuga del mattino, che pure non prendono mai molto spazio, si fanno vedere anche buoni corridori come André Greipel, Michal Kwiatkowski, Maarten Tjlallingii e il pistoiese Mirko Selvaggi, tuttavia la RadioShack controlla agevolmente e li lascia ad un distacco molto risicato per parecchi chilometri. Il polacco e il toscano sono quelli che resistono di più, venendo ripresi a 28 km dalla conclusione. La gara si infiamma definitivamente sul Vecchio Kwaremont, penultimo muro, ad una ventina di chilometri dal traguardo: Fabian Cancellara fa il vuoto con un’accelerazione strepitosa, seguito a ruota da Peter Sagan. I due vanno a riprendere in breve tempo Jürgen Roelandts, che aveva provato in solitaria pochi chilometri prima,  ma che è anche il primo a staccarsi all’imbocco del Paterberg dove Spartacus riparte, stantuffando come una locomotiva e salutando definitivamente la scomoda compagnia dello slovacco. Non si alza sui pedali quasi mai, non si volta indietro, è sempre nella posizione più aerodinamica possibile: il vantaggio sale costantemente e il bernese può così festeggiare il secondo successo nel Giro delle Fiandre, con oltre 1’25” di margine su Sagan che brucia agevolmente Roelandts allo sprint (molto brava, questa coppia, a resistere al forcing finale di ciò che rimane del gruppo). Il quarto posto è appannaggio del norvegese Yuri Kristoff, vincitore della volata del gruppetto; miglior italiano Daniel Oss, dodicesimo, mentre Oscar Gatto è quindicesimo. Il trevigiano è vittima di ben due forature, l’ultima delle quali a 4 km dall’arrivo che gli impedisce di lottare per un piazzamento; un piazzamento, appunto, perché oggi per la vittoria non c’è mai stata storia.

foto tratta da roadcycling.com

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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