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Giorgia Apollonio in esclusiva: “Vogliamo portare il curling italiano a Sochi”

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I Mondiali di curling femminile sono alle porte. Si comincia sabato a Riga, con l’Italia che cercherà un risultato mai conquistato sino ad ora: la qualificazione sul campo alle Olimpiadi Invernali. Torneremo ampiamente sull’argomento. Oggi diamo la parola ad uno dei pilastri della selezione tricolore, la 25enne ampezzana Giorgia Apollonio, che da sabato in poi ci aggiornerà ogni giorno sulle partite disputate dalle azzurre in Lettonia.

Dagli Europei di Karlstad dello scorso mese di dicembre a questi Mondiali che possono rappresentare una svolta epocale per il curling italiano: cosa è cambiato in questi 3 mesi?
Ora siamo realmente al top fisicamente, ci siamo preparate al meglio allenandoci tutti i giorni, compresa la domenica. Non abbiamo lasciato veramente nulla al caso e ce l’abbiamo messa tutta. E’ stato importante per noi svolgere diversi raduni. Di recente in Svizzera abbiamo affrontato la nazionale maschile della Russia ed è stato un banco di prova molto importante: abbiamo perso per tre volte, ma sempre per 1-2 punti. Sono stati match tirati, intensi“.

Nell’equitazione uomini e donne gareggiano insieme senza distinzione di sesso. Pensi che un giorno un’ipotesi di questo tipo sia attuabile anche nel curling?
Io sono per mantenere una distinzione tra maschi e femmine, perché la componente fisica influisce molto. Il modo di giocare poi è molto diverso, le donne sono più “perfettine”. Certo, allenarsi con i ragazzi serve molto per imparare diverse cose“.

I Mondiali di Riga assegneranno i primi sette biglietti per le Olimpiadi di Sochi 2014. Dopo il decimo posto dello scorso anno, l’Italia ha bisogno di un piazzamento nei piani alti per cullare il sogno, diciamo che deve arrivare almeno quinta o sesta. Bisognerà fare la corsa su Germania, Danimarca e Corea del Sud (quest’ultima assente perché non qualificata): possibilità?
Ci crediamo, possiamo farcela. L’anno scorso abbiamo vinto tre partite, quest’anno ne serviranno almeno il doppio, ma è nelle nostre possibilità. Dipende solo da noi. Ci siamo allenate benissimo e per un anno intero siamo state sempre insieme. Conosciamo tutte le nostre rivali e sappiamo di potercela giocare con chiunque“.

La prima partita sarà con gli Stati Uniti: un match già decisivo?
Per niente. La prima partita serve per prendere confidenza con il ghiaccio ed il torneo. Le nostre avversarie hanno il vantaggio di giocare un centinaio di partite l’anno, noi la metà, quindi abbiamo bisogno di tempo per scaldare i motori. Solitamente noi partiamo bene e poi caliamo, quest’anno dovrà accadere il contrario“.

In effetti lo scorso anno, dopo un ottimo inizio di torneo, arrivò una lunga serie di sconfitte, prima della ripresa finale e della vittoria storica con le maestre canadesi: come ti spieghi questo rendimento altalenante?
Noi italiani tendiamo ad essere troppo passionali e poco freddi nei momenti che contano. Ma questa volta sarà diverso. Dovremo essere una cosa sola, un gruppo unito in cui i singoli non conteranno nulla. Se riusciremo ad essere coese, nessuno ci potrà fermare. Dal punto di vista tecnico non ci manca niente. E’ il nostro momento“.

Negli ultimi tempi l’Italia ci ha abituato ad un frizzante gioco d’attacco: sarà così anche questa volta?
Il nostro allenatore (Fabio Alverà, ndr) dice che è necessario avere equilibrio, dunque se serve bisogna anche essere lucidi e capire che non sempre si può attaccare. Io sono perfettamente d’accordo. Certe volte in passato abbiamo pagato la troppa aggressività“.

Tornando ai Mondiali, il vostro obiettivo è rappresentato ‘solo’ dalla qualificazione olimpica o sperate anche in qualcosa di più?
L’obiettivo principale è Sochi, al podio eventualmente si pensa dopo, un passo per volta. Il curling è uno sport strano: se sei nella settimana giusta puoi davvero vincere con chiunque ed andare magari a disputare la finalissima. L’importante è giocare per la squadra: non devono esistere prime donne, ma dobbiamo concentrarci tutte sul traguardo finale. In generale, comunque, speriamo di fare bella figura e non lasciare niente di intentato“.

Se vi qualificherete a Sochi, hai già pensato ad un regalo che vorresti farti?
Sicuramente prima dovrò metabolizzare bene quanto fatto, ma certamente una settimana di vacanza non me la toglierebbe nessuno. Subito dopo i Mondiali, però, bisognerà già guardare ai Campionati Italiani: il regolamento prevede che la squadra vincitrice rappresenti l’Italia nelle competizioni internazionali del prossimo anno…“.

Il curling italiano sta mostrando segnali di crescita anche con i giovani, come dimostra il sesto posto della nazionale juniores maschile ai Mondiali di categoria: si sta costruendo un futuro importante?
Devo dire con orgoglio che la scuola di Cortina d’Ampezzo è la migliore in Italia nella formazione dei giovani ed i risultati si vedono. Amos Mosaner e mia sorella Federica sono due talenti e sono certa che saranno dei pilastri per le nazionali dei prossimi anni. Insomma, mi aspettavo questi risultati perché sono bravi e possono contare su una grande preparazione tattica. Il mio sogno in futuro sarà quello di avere una squadra tutta mia e di coinvolgere le più giovani. A fine carriera, quindi tra una ventina d’anni, mi piacerebbe anche allenare“.

federico.militello@olimpiazzurra.com

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