Rugby

Italia-Irlanda, la partita della maturità e degli addii

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Il Sei Nazioni 2013, ormai possiamo dirlo, ci ha consegnato una nuova Italia: equilibrata, cattiva, capace di creare gioco in qualunque frangente, non più mischia-dipendente. Diversa, insomma. A mancare è stata la continuità, sia fisica che mentale, il vero (ma non l’unico) motivo per cui, alla vigilia dell’ultimo round, fra gli azzurri aleggia ancora lo spettro Cucchiaio di Legno, ovvero ultimo posto (da non confondere con il Whitewash, torneo con sole sconfitte). All’Olimpico arriva l’Irlanda, nell’identica situazione italiana, almeno dal punto di vista dei risultati; una vittoria nella prima giornata, poi il buio, non solo per le due sconfitte e il risicato pareggio. Con ogni probabilità, quindi, la questione Cucchiaio si risolverà proprio nel pomeriggio romano, anche se il vero ago della bilancia sarà rappresentato da Francia-Scozia, dove gli attuali fanalini di coda, Les Bleus, dovranno assolutamente battere gli Highlanders per evitare un cataclisma di proporzioni gigantesche.

Tutto in un pomeriggio dunque, con tutti i riflettori puntati soprattutto sull’Olimpico e sul match dei nostri azzurri, compresi quelli di Olimpiazzurra, che seguirà con la consueta diretta scritta le emozioni di Italia-Irlanda, per l’ultimo LIVE della palla ovale. Potrete seguirci a partire dalle ore 15:15 per tifare con noi l’Italrugby, per sospingerla verso la seconda vittoria, lontana dal Cucchiaio di Legno.

Il match contro i Verdi arriva in un momento di puro entusiasmo dopo la splendida performance di Twickenham, esaltante al pari della partita contro la Francia. Contro i galletti arrivò una vittoria, a cui fece seguito la debacle in Scozia, dove la Banda Brunel arrivò senza gli stimoli giusti, senza la giusta fame. Una fame che, invece, è rimasta intatta dopo Londra, perché una sconfitta onorevole non sazia più i nostri azzurri, non ha più quel dolce retrogusto di qualche anno fa. No, ora l’Italia vuole vincere, vuole dimostrare di non sapersela “solo giocare”, perché questo è acclarato. L’Italia deve maturare definitivamente, un altro esame non può essere fallito. Un’altra bocciatura come quella di Edimburgo potrebbe avere inevitabili strascichi negativi sul morale, anche se il lavoro psicologico di Brunel è talmente straordinario che l’attuale processo di crescita potrebbe non subire rallentamenti.

Chi proprio non vuole chiudere il torneo con l’ennesima sconfitta, oltre ai 75000 (!) che riempiranno l’Olimpico, vestirà la maglia azzurra n°1 per la 103esima volta, è soprannominato Il Barone e appenderà gli scarpini al chiodo al termine di questa stagione. Andrea Lo Cicero lo ha annunciato: si ritira. Una vita in Nazionale, una vita in mischia, ma a 37 anni ha voluto farsi da parte, entrando ancor di più nel cuore di tutti i tifosi italiani. A sostenere il pack azzurro insieme al recordman di presenze azzurre ci sarà anche Cittadini, dopo il forfait di Castro; la conferma per Furno in seconda linea desta un po’ di scalpore, ma il ragazzo ha meritato sul campo un’altra possibilità. Nonostante la stazza, inoltre, è dotato anche di una buona mobilità, indispensabile contro i guizzi dei trequarti ospiti. Rientra il mastino Favaro in terza linea, mentre il resto del XV è il medesimo di domenica.
L’Irlanda, falcidiata dagli infortuni (Strauss, O’Connell, Sexton, Zebo, Bowe…), punta sul giovane Paddy Jackson all’apertura, tanto talentuoso quanto inaffidabile se messo sotto pressione. Una delle chiavi (insieme all’intensità nei punti d’incontro) per gli azzurri sarà minare alle certezze di Jackson, costringendolo a giocate difficili. Mai come in questa occasione, l’uomo in più per i Verdi potrebbe essere l’immenso Brian O’Driscoll, 34 anni, classe da vendere e tenacia incredibile. Sarà il suo cap numero 125, l’ultimo, anche per lui. A fine stagione, infatti, uno dei giocatori più forti della storia e uno tra i più amati metterà la parola ‘fine’ ad una fantastica carriera, lasciando un vuoto incolmabile fra i tifosi irlandesi e fra tutti gli appassionati di questo sport.

Rovinare a O’Driscoll la festa d’addio sarà dura per la Banda Brunel, ma gli azzurri, oltre a voler festeggiare degnamente un simbolo come Lo Cicero, hanno un preciso appuntamento con la storia: agguantare – o addirittura migliorare – il risultato del 2007, infatti, è ancora possibile e per la nuova Italia sarebbe il miglior modo per superare l’esame di maturità a pieni voti.

Foto: totallycoolpix

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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