Rugby
Italrugby: il cielo è sempre più blu…
Ci sarà il tempo delle analisi. Il tempo dei primi bilanci. Proveremo a raccontare chi eravamo, chi siamo e chi saremo. Vivisezioneremo questo pazzo Sei Nazioni 2013 e capiremo che sono tante, proprio tante le cose in cui siamo migliorati; ma forse ancor di più quelle che questo gruppo può perfezionare.
Oggi vogliamo però semplicemente abbandonarci, per una volta, alla gioia. Cantare liberi, insieme ai 75000 dell’Olimpico “il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano. Bellissimo inno per l’Italrugby, proprio di quel Gaetano che nella sua apparente leggerezza riusciva a graffiare con la parola come pochi. Gli assomiglia, certo, quella che è stata soprannominata la “Banda Brunel”, un manipolo di ragazzi che seguono il timoniere anche quando la rotta segnata è burrascosa, perfino quando l’asticella è posta ben al di sopra dell’apparente ragione. “In tre anni saremo considerati tra le pretendenti per giocarci il torneo” diceva il baffuto condottiero venuto dai Pirenei. Alzi la mano chi non pensava che fosse un’esagerazione. Il prossimo torneo probabilmente non saremo considerati tra i favoriti, ma certamente verremo presi molto seriamente.
L’Italia di oggi è finalmente una squadra. Lo si intuisce da molte cose: da come riusciamo a dominare nella testa formazioni come l’Irlanda, che fanno dell’esperienza e della malizia (nell’accezione positiva del termine), e della solidità mentale, un marchio di fabbrica. Lo si vede nella solidità della fase difesa, che però non è fine a se stessa ma preparà splendidamente una fase offensiva alle volte aperta e creativa, alle volte strutturata ma quasi sempre pericolosa. Lo si capisce, infine, da gesti come quello del capitano Parisse che al 75esimo attraversa mezzo campo solo per andare a dare una pacca sula spalla ad un compagno.
Tanto altro oggi si potrebbe dire, ma come detto ci sarà tempo. Oggi però il cielo è sempre più blu…