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Ciclismo

Martina Alzini in esclusiva: “Il ciclismo su pista è fondamentale per la strada”

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Nata a Legnano il 10 febbraio 1997, Martina Alzini rappresenta uno dei talenti più puri del ciclismo femminile italiano. Nelle categorie giovanili si è rapidamente imposta come una potenziale campionessa, conquistando vittorie in serie sia su pista che su strada. Dotata di uno spunto veloce ragguardevole, la promessa di Parabiago (CO) sogna le Olimpiadi di Rio 2016 e lancia un messaggio importantissimo per tutto il movimento italiano: pista e strada sono inscindibili nel ciclismo moderno.

 

Sei soddisfatta della tua preparazione invernale? Su quali aspetti ti sei concentrata maggiormente?
Sono molto soddisfatta della mia preparazione invernale, grazie alla quale ora sto andando molto bene nelle gare su pista. Per ora tutte le gare cui ho partecipato a Montichiari le ho vinte…“.

Quali sono i tuoi obiettivi stagionali? Continuerai a gareggiare sia su strada che su pista?
Continuerò sia su pista che su strada. Anche se la strada rimane la specialità che farò maggiormente quest’anno, la pista rimane comunque la mia specialità preferita in quanto mi diverte molto e perché credo che sia un’ottima specialità per imparare a stare in gruppo e a mettere in atto varie tattiche. La pista ti dà quel “qualcosa in piú” che credo sia fondamentale per ogni buon stradista“.

Quanto è importante nel ciclismo moderno cimentarsi sia su strada che su pista? L’esempio della Gran Bretagna, d’altronde, insegna…
E’ importantissimo secondo me non tralasciare la pista per dedicarsi solo alla strada o viceversa, per il semplice fatto che per andare bene in strada e saper stare in gruppo, non c’é scuola migliore della pista“.

Qual è il tuo rapporto con il tuo allenatore Roberto Chiappa, l’ultimo grande velocista azzurro su pista ritiratosi dopo le Olimpiadi di Pechino 2008?
Roberto lo ammiro molto, ho avuto l’onore di averlo come preparatore all’interno della nazionale. É lui infatti che segue ogni mio sprint quando mi alleno a Montichiari con le piú forti. E, come sostengo io, non c’é migliore preparatore di chi ha praticato questo sport al massimo livello molto prima di te. Questa categoria di allenatori ti dà certi insegnamenti e certe lezioni di vita che si imparano solo correndo“.

Descrivici le tue caratteristiche tecniche: che tipo di ciclista sei su pista e strada?
Per ora mi definiscono una “velocista”, amo le volate di gruppo e gli sprint fino all’ultima pedalata. Ma i miei obiettivi li ho posti in altri campi, infatti quest’anno mi allenerò sul miglioramento della resistenza e non nascondo che mi piacerebbe provare a gareggiare in qualche cronometro. E poi non dimentichiamo che se voglio continuare davvero la mia carriera, piú avanti, nelle categorie piú difficili, non serve solo avere lo sprint, perché prima di fare quello ci sono altri 100 e passa chilometri da affrontare“.

Quanto si sente il passaggio da una categoria all’altra?
Ho sofferto molto il passaggio da allieva ad esordiente, i rapporti sono piú duri e bisogna saperli gestire bene, per fortuna, anche se il mio primo anno da allieva non é andato come desideravo, ho alle spalle il mio team (Cesano Maderno) che mi sostiene sempre , mi comprende e mi dà ogni volta la carica per andare avanti!! Reputo la mia squadra come una seconda famiglia“.

Rio 2016: ci pensi? Si vocifera che possa essere reintrodotta nel programma olimpico la corsa a punti, ma forse potresti avere delle chance per far parte anche del quartetto per l’inseguimento.
Ci penso, eccome!! Ogni giorno!! Anche se la verità é che sará difficilissimo andarci per me, visto che in quello stesso anno, se tutto va bene, dovró affrontare anche l’esame di maturità“.

Qual è il segreto del ciclismo femminile italiano che continua a sfornare talenti?
Il segreto é che non ci sono segreti, nel ciclismo non si inventa nulla: o ti alleni , fai sacrifici, ti sforzi, dai il massimo e insegui i tuoi sogni, oppure puoi anche chiuderla con questo sport. Chi ha talento lo deve saper sfruttare senza sottovalutare niente e nessuno“.

Hai solo 16 anni, però si parla un gran bene di te già da diverso tempo: ti fa piacere o preferiresti meno attenzioni?
Da piccolina mi ricordo che i giornali locali erano curati da genitori di bimbi che correvano con me o giornalisti troppo di parte, che forse per invidia o per dispetto preferivano trascurare tutte le mie vittorie in cui battevo i maschi per mettere in risalto sempre i soliti noti anche se non combinavano nulla. Questo a me non é mai importato e quindi ora di vedere il mio nome comparire sulla Gazzetta dello Sport, essere invitata al Giro d’Italia o essere intervistata da voi di Olimpiazzurra, mi fa solo un gran piacere. Certo non bisogna esagerare e non mi piace essere sopravvalutata troppo. Perché si sa: meglio essere sottovalutati e stupire che essere sopravvalutati e deludere“.

Come gestisci scuola e sport? Spesso i professori in Italia non agevolano la pratica sportiva…
Io frequento un liceo linguistico molto impegnativo che lascia poco spazio per altre attività, ovviamente é solo con grande sacrificio ed impegno che si possono far coincidere le due cose“.

C’è una ciclista a cui ti ispiri e che rappresenta un po’ un modello per te?
Allenandomi a Montichiari con la nazionale ho avuto la fortuna di conoscere un po’ piú da vicino Giorgia Bronzini, anche lei come me amante della pista. La ammiro molto e la sua carriera di atleta é un modello esemplare da seguire secondo me“.

Come ami trascorrere il tuo tempo libero?
“Quel poco tempo libero che mi rimane lo amo trascorrere con i miei amici , al cinema, a fare shopping e in sella al mio mitico motorino”.

federico.militello@olimpiazzurra.com

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