Scherma

Matteo Tagliariol: «Non sono ancora al top»

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Ci sono voluti due anni per vederlo tornare a vincere, due anni di cui uno passato a combattere con un brutto infortunio alla mano armata. Per riassaporare il gusto dolce dell’oro, Matteo Tagliariol è dovuto andare lontano, tanto lontano, a Vancouver, distante dalla sua Treviso quasi quanto la Pechino che gli ha regalato il titolo olimpico di spada nel 2008. Il suo successo nell’ultima prova di Coppa del Mondo è una notizia fantastica per tutta la scherma italiana, eppure lui sa di dover e poter migliorare ancora.
Olimpiazzura l’ha sentito in esclusiva.

Olimpiazzurra: Partiamo da Vancouver. Sei tornato a vincere in una gara internazionale dopo due anni e con un lungo infortunio in mezzo. Che effetto ti fa?
Matteo Tagliariol: «L’effetto di vincere è sempre lo stesso: è bellissimo. Forse ora sono più consapevole di prima grazie alla maturità acquisita anche dalle sventure , quindi forse è più bello».

OA: Eri convinto di poter vincere a Vancouver? Alla tua terza gara?
MT: «A Vancouver sapevo che avrei fatto bene, che avrei vinto l’ho capito quel giorno, o meglio l’ho sentito».

OA: Rispetto alle prove di Heidenheim e Tallinn il tuo progresso è stato impressionante. Cosa è cambiato?
MT: «In realtà veramente poco. Le sensazioni erano già buone e gli addetti ai lavori l’avevano capito. Purtroppo mancava un po’ di concretezza ma penso fosse normale visto un periodo così lontano dalle gare. Partendo dalle qualifiche ogni minimo errore lo si paga caro. Per andare in alto ora devo fare solo gare perfette come Vancouver».

OA: Torniamo indietro e ipotizziamo che fossi riuscito a qualificarti per Londra. Pensi che avresti potuto difendere il titolo di Pechino?
MT: «Non mi piace parlare dei “se” e non lo farò . Posso solo dire che dopo un mondiale 2011 negativo, a gennaio ero molto in forma e molto positivo su Londra, ma in quel momento mi sono infortunato».

OA: Zagabria e Budapest, Europei e Mondiali. Ti senti già al top della condizione?
MT: «Al top di sicuro no. Il mio dito migliora sempre più ma non ho ancora il 100% di manualità e controllo, li sto riprendendo giorno dopo giorno con il duro lavoro sia in sala scherma che con il fisioterapista. La forma fisica migliorerà e così spero anche quella schermistica . Il mio obiettivo per ora è andare più in alto possibile e recuperare più velocemente che posso».

OA: Allarghiamo lo sguardo ai tuoi compagni. Tu hai trovato la vittoria alla terza gara dopo l’infortunio, Paolo Pizzo ne ha fatte due e nell’ultima ha sfiorato la finale a otto. Pensi sia pronto per entrarci nella prossima?
MT: «Penso che ogni caso sia un caso a se . Per come ho visto tirare Paolo il problema credo sia alle spalle. Ora dipende solo da lui. È un campione e non deluderà».

OA: Col tuo rientro e quello di Pizzo la spada italiana torna a essere tra le migliori. Cosa ti aspetti di ottenere dalle prove a squadre?
MT: «Al momento sia io che Paolo siamo fuori squadra ma semplicemente per recuperare i rispettivi infortuni. Se il ct ci darà fiducia come spero, spero di poterla ripagare. La squadra è sicuramente molto forte come valore individuale assoluto, forse la più forte al mondo ora, dobbiamo, penso, trovare equilibrio, e per quello serve esperienza tirando assieme».

OA: Alcuni giovani stanno crescendo rapidamente. Proviamo a guardare verso Rio. Pensi che sarete tra i favoriti per l’oro?
MT: «Egoisticamente preferisco vedere me come favorito per Rio, i giovani hanno tempo. In generale di sicuro il nostro vivaio non si esaurisce. Bisogna saperlo coltivare bene».

OA: Chi ti segue da sempre sa bene quanto eri dominante quando tiravi nelle categorie giovanili. Il primo grande risultato è stato l’argento europeo del 2007, seguito dall’oro olimpico un anno dopo. Ventiquattro anni è l’età giusta per la maturazione di uno spadista?
MT: «Io penso di essere stato ‘in anticipo’ sulla maturazione. In generale penso che dai 29 ai 34 anni sia il periodo top nella carriera di uno spadista».

gabriele.lippi@olimpiazzurra.com

Twitter: GabrieleLippi1

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