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Pattinaggio Artistico
Pattinaggio, una Kostner epica e di dimensione Mondiale
La domenica mattina era iniziata alla grande per l’Italia. Quando da noi non albeggiava ancora, alle quattro di notte, Carolina Kostner si metteva al collo un bellissimo argento ai Mondiali di pattinaggio artistico e conquistava la sua quinta medaglia nella rassegna iridata dopo aver vinto il titolo l’anno scorso.
Lo faceva esibendo tutta la sua indiscussa classe, forse nella miglior performance di tutta la sua carriera. Sembra quasi paradossale visto che la ventiseienne è caduta sia durante il programma corto (praticamente all’inizio) che durante il programma libero (sull’ultimo salto, pretenzioso, e con il sangue dal naso che stava iniziando a diventare un serio problema), ma quanto abbiamo visto sul ghiaccio merita davvero di essere evidenziato. Il corto è stato più danzato che pattinato, con una mimica facciale da vera attrice di Hollywood, indubbiamente la migliore di tutto il circuito: passi e contropassi, accelerazioni. Solo lei, tra tutte le atlete scese in pista, è stata capace di emozionare in quel modo.
La stessa storia si è ripetuta durante il libero con un Bolero da urlo. Sì, ha perso un punto per il brutto scivolone finale, ma le combinazioni messe in scena sono state davvero stellari, di un’intensità da brividi e di un’eleganza che solo l’azzurra possiede.
Questa è la Carolina vera, quella che pattina solo per il gusto di farlo e non perché costretta o per il semplice dovere di andare a medaglia. Vola sul ghiaccio per divertimento, per amore, per passione. Proprio questa è la ricetta per ottenere grandi cose e per togliersi, quasi inconsapevolmente, grandi soddisfazioni. Questa è una Kostner da Olimpiadi, per prendere l’unico podio che le manca dopo le cocenti delusioni di Torino e di Vancouver.
A London abbiamo ritrovato quella Campionessa che avevamo già ammirato ai trionfali Europei di Zagabria. Ancora sporca e imprecisa, con infiniti margini di miglioramento, ma unica nel suo genere. Cosa potrà fare a Sochi lo sa solo lei e dipenderà molto dalle avversarie. Yu-Na Kim è davvero stellare, perfetta in ogni singolo centimetro e in ogni minimo movimento: la sudcoreana sembra quasi di un’altra pianeta ed è quasi un’impresa contenerla. La giapponese Mao Asada ha dominato la stagione, ma ha pasticciato troppo nell’occasione più importante: staremo a vedere come si riprenderà. L’armata russa si è invece sciolta arrivando lontanissima dal podio (a sorpresa).
Appuntamento a febbraio 2014. Sochi, Russia, Olimpiadi. Una cosa è certa: abbiamo sempre una grande Campionessa.