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Sci di fondo
Sci di fondo femminile: Val di Fiemme feudo norvegese, l’Italia si è difesa
I mondiali di sci di fondo femminile sono sembrati per larghi tratti dei campionati nazionali norvegesi, con le suddite di Re Harald V che hanno mancato l’appuntamento con la vittoria soltanto nella sprint a coppie. Sono stati i mondiali di Marit Bjoergen, capace di raggiungere grazie ai tre ori e all’argento vinti, quota 26 medaglie tra mondiali e olimpiadi, tre in meno del connazionale Bjoern Daehlie. Indimenticabile, inoltre, il poker nello skiathlon, che eguaglia il risultato ottenuto nella rassegna iridata di Seefeld nel 1985, quando Nykkelmo, Pettersen, Boe e Aunli si piazzarono nelle prime quattro posizioni.
In casa Italia le azzurre hanno fatto quel che hanno potuto e i risultati raggiunti sono stati in linea con quanto visto durante la stagione. A tecnica libera Debora Agreiter e Marina Piller sono risultate le migliori, cogliendo entrambe un piazzamento tra le top 20 nella 10 km a skating con un distacco nemmeno così eccessivo. La Piller, che a 28 anni ha finalmente messo alle spalle tutti i problemi che hanno arrestato la sua crescita, ha inoltre ottenuto un sorprendente quinto posto nella sprint in coppia con Ilaria Debertolis, già messasi in luce al Tour de Ski.
A tecnica classica c’è stata, invece, la riconferma di Virginia De Martin Topranin, anche se forse ci si attendeva qualcosina in più nella 30 km di sabato, in cui l’atleta del Corpo Forestale ha chiuso 20esima. Brava anche Lucia Scardoni, convincente sia in staffetta che nella 30 km in alternato.
A proposito di staffetta, alcune azzurre come è accaduto anche in passato con Valbusa, Paruzzi e Belmondo, hanno dimostrato di essere più fondiste “distance”, capaci di rendere al meglio in prove più lunghe di 5 km. Tuttavia nei prossimi anni potranno lavorare sotto questo aspetto atlete come la già citata Debertolis e le altre due promettenti sprinter Gaia Vuerich e Greta Laurent.