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Sci di fondo, per risalire ecco i giovani

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Sono in buon numero, sono promettenti, sono il futuro. La base con cui ripartire dopo annate di sofferenza, per ritornare a battagliare con i migliori, prendendo esempio da quella generazione d’oro che tra gli anni ’90 e sino a qualche anno fa aveva portato la nostra Nazionale a livelli eccelsi. La nostra linea verde, probabilmente, non avrà lo stesso potenziale di Pietro Piller Cottrer o di Manuela Di Centa, di Silvio Fauner o Stefania Belmondo, ma può riportare l’Italia quantomeno a risultati di nuovo soddisfacenti.

Il “trascinatore” delle nuove leve dovrà essere inevitabilmente Federico Pellegrino, l’uomo di maggior talento fra gli Under25 e già autore di tre podi (uno di tappa) in Coppa del Mondo, a cui va aggiunto il titolo mondiale Under23. Di lui abbiamo già parlato lungamente, soffermandoci come sia in crescita costante e pronto ad entrare definitivamente nell’élite della velocità mondiale, sebbene debba ancora migliorare. Margini di progresso importanti che sembra avere ancora Dietmar Noeckler (classe ’88), protagonista di ottime performance in alternato. Una promessa ormai recuperata, dopo un periodo di appannamento; potrà far bene. Come Didi, anche Mattia Pellegrin (classe ’89) si trova a suo agio principalmente fra i binari, segno di un cambio di tendenza che sta interessando il settore giovanile dello sci di fondo. Discreta la prova di Mattia nella 50km mondiale, nonostante non sia il suo format preferito; un’esperienza che può portargli solo benefici. Più avvezzo allo skating, invece, Fabio Clementi, tra i primi 10 Under23 al mondo. Classe ’90, è il fratello (l’altro è Fabrizio) con maggiore possibilità di fare strada fra i big; bravo nelle gare contro il tempo, nella 15km mondiale ha conquistato un dignitoso 32° posto, facendosi notare anche tra le prime posizioni in alcuni intermedi.
Fra gli juniores, la stella indiscussa è Francesco De Fabiani, 19enne dominatore stagionale in Opa Cup. Il livello della competizione è, invece, discutibile, tuttavia vincere otto gare in una sola annata non è da pochi. Predestinato? Lo scopriremo solo vivendo. Anche lui sembra avere una marcia in più in classico, a testimonianza di quanto detto sopra. Da tenere d’occhio, in futuro, pure il classe ’93 Matteo Tanel.

Atteso a maggiori fatiche il reparto femminile, in quanto il valore medio attuale sembra inferiore rispetto ai colleghi uomini. La maggiore indiziata per una carriera ad ottimi livelli è Debora Agreiter (nella foto), pluri-medagliata ai Mondiali Under23 e tra le migliori promesse dello skating. Bisognerà lavorare ancora sullo sprint, ma l’età e il talento sono dalla sua parte. Più esperta (classe ’87) ma altresì in crescita verticale Virginia De Martin Topranin, specialista del classico e costantemente fra i primi 20 nelle ultime gare. La bellunese è sicuramente la nota più lieta della stagione in corso, l’unica ad essere entrata in una top ten insieme a Marina Piller.
Fra le sprinter, il potenziale azzurro è sicuramente importante, anche se né Gaia Vuerich, né Greta Laurent e nemmeno Ilaria Debertolis sono riuscite a conquistare piazzamenti di valore finora, seppur dimostrando grande abnegazione e spirito di sacrificio. Le prossime annate saranno decisive per la loro esplosione definitiva; qualche soddisfazione potrebbero togliersela. In Val di Fiemme, ha fatto il suo esordio fra le big anche un’altra promessa del fondo azzurro, ovvero Francesca Baudin (1993): anche lei più avvezza al classico che al pattinato, anche lei – come De Fabiani – già vincitrice di diverse gare in Opa Cup. Non ha ottenuto successi, ma molti podi, Giulia Sturz, pari età della Baudin e altrettanto talentuosa.

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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