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Sofia Goggia: “Schladming, un punto di partenza”

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Il cielo è azzurro sopra Milano. È un pomeriggio di primavera, la Madonnina scintilla in cima al Duomo. In lontananza, nella loro ferma saggezza, brillano le montagne, quelle montagne dove Sofia Goggia ha colto non poche soddisfazioni durante la stagione sciistica.

Partiamo da qui, dal giudizio che questa “cittadina di montagna”, originaria di Begamo Alta, dà alla sua stagione: “Sette. Perché il dieci, magari con la lode, va solo a Tina Maze. Anzi, se proprio dovessi paragonarmi a lei, forse il mio voto sarebbe un bel quattro…”-racconta con la sua consueta ironia-.“Credo di aver svolto il mio compitino in Coppa Europa. Ho vinto tre gare, sono salita sei volte sul podio, ho portato a casa la coppetta di discesa, chiudendo seconda in classifica generale pur avendo disputato relativamente poche prove. E poi ho avuto l’acuto ai Mondiali di Schladming, il quarto posto in supergigante, il settimo in supercombinata”.

Eppure, a settembre le cose non sembravano andare per il meglio:  “Vedevo tutto buio. Mi allenavo da sola, su ghiacciai neri assieme al mio skiman Mattia Lavelli; le mie compagne di squadra erano in Argentina, dall’altra parte del mondo. Avevo bisogno di confrontarmi con loro. Forse, la svolta è stata proprio in quel momento, ovvero quando ho avuto la possibilità di allenarmi assieme alle altre ragazze e di rendermi conto che ero veloce. Poi ho iniziato bene la stagione in Coppa Europa con le prove tecniche in Svezia e in Norvegia; ho avuto un lieve calo a dicembre, ma da gennaio anche le gare veloci hanno iniziato a regalarmi belle soddisfazioni”.

Il picco più alto della stagione di Sofia è stato, senza dubbio, quel quarto posto in supergigante ai Mondiali di Schladming: “Sul momento, il mio primo pensiero è stato quello di superare indenne la zona del traguardo, perché nelle gare di Coppa Europa a Sankt Anton ero caduta due volte proprio dopo la linea d’arrivo. Poi mi sono vista sul monitor e, di fianco a me, c’era una sola cifra; quindi, ho visto che quella cifra era il 4, e che il distacco dal podio era di 5/100. Non saprei descrivere cosa mi è passato per la testa in quegli attimi. Mettiamola così: adesso vedo quel quarto posto come un segno del destino, un punto di partenza. So che contano solo le prime tre posizioni, devo lavorare ancora tanto per arrivarci”.

Un quarto posto iridato non cambia la vita, perlomeno non a questa ragazza caratterizzata da una tenacia e da una costante voglia di migliorarsi fuori dal comune: “Sì, mi sono ritrovata con più attenzione da parte dei media, cosa a cui non ero abituata. Ma ho cercato di viverla serenamente, con naturalezza, senza farmi illusioni”.  Per quel risultato e per tutta una stagione di alto profilo, pur con il rimpianto di non aver potuto disputare i Mondiali juniores a causa di un infortunio al polpaccio, sono doverosi i ringraziamenti ad “Alberto Ghezze, responsabile del gruppo Coppa Europa; a Giovanni Feltrin, allenatore della nostra squadra; a Mattia Lavelli, il mio skiman. Hanno creduto in me in ogni momento, mi hanno sempre supportata”.

Le potenzialità dimostrate dalla finanziera orobica potrebbero riservarle un futuro da polivalente: “Si tratta di un processo lungo, molto lungo. Tina Maze è polivalente, perché la polivalenza nasce dall’eccellere in una disciplina, per poi esercitarsi su un’altra e su un’altra ancora senza perdere brillantezza nella propria specialità originaria. Non è facile, è graduale. Al momento, la mia disciplina preferita è il supergigante, per quanto l’emozione che regalano le curve della discesa siano impareggiabili. In gigante credo di avere molto margine, è una questione di automatismi da perfezionare continuamente: non ho sofferto particolarmente le novità dei materiali, che pure richiedono maggiore forza rispetto al passato”.

Ma come saranno i prossimi mesi di Sofia Goggia? “Non prenderò parte, ai primi di aprile, alle prove veloci dei campionati nazionali al Passo San Pellegrino, perché non mi sono ancora rimessa totalmente e preferisco non rischiare. Poi aspetterò i programmi della squadra: comunque, fino a metà maggio ci saranno ancora alcuni raduni, per cui non potrò definirmi in vacanza. Ad ogni modo, ho voglia di mettere i piedi nella sabbia e di immergermi nel mare, di rilassarmi e di staccare la spina. La preparazione atletica ripartirà quest’estate e sarà fondamentale farla bene, anche quando sarò al mare o in montagna, per poi rendere al massimo nella prossima stagione!”

Il cielo è azzurro sopra Milano. Ma anche sopra Bergamo.

foto tratta da winnipegfreepress.com

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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