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Cecilia Zandalasini in esclusiva: “Nessuna pressione, io sogno l’America”

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Il futuro del basket femminile italiano porta è rappresentato sicuramente da Cecilia Zandalasini. La 17enne di Broni è sicuramente il nostro miglior prospetto e per lei si potrebbero addirittura aprire le porte della WNBA. Un vero e proprio fenomeno, sul quale l’Italia punta tantissimo sia in chiave Nazionale, sia come simbolo della rinascita sportiva dell’intero movimento. Cecilia si è raccontata in esclusiva per noi di Olimpiazzurra in un’intervista che ripercorre l’esperienza in maglia azzurra, la sua stagione, ma anche i sogni e i sacrifici di una ragazza della sua età per diventare la giocatrice di adesso.

Sei considerata uno dei migliori prospetti del basket italiano: senti una certa pressione intorno a te?
“No nessun tipo di pressione sinceramente, mi fa molto piacere sentire queste voci su di me, è un onore. Tutto ciò mi da ancora più voglia di far bene e impegnarmi ogni giorno in palestra”.

Coach Ricchini ti ha già chiamato per un raduno della nazionale maggiore. Credi di poter far giá parte di questo gruppo e di essere selezionata per gli europei in Francia di giugno?
“La chiamata del coach Ricchini ai raduni della nazionale A è stata davvero una sorpresa fantastica, nonché un immensa soddisfazione. Non so se farò parte del gruppo che farà la preparazione per l’europeo in Francia; sono tutte ottime giocatrici, molto più grandi e soprattutto con più esperienza di me, quindi sarà difficile avere un posto. Questo è il mio pensiero, poi la scelta la faranno i coach”.

Con l’under 16 argento europeo e titolo mvp. Con l’under 17 sei andata ai mondiali. Come valuti la tua esperienza nelle nazionali minori. Quanto è importante per una ragazza della tua etá vestire l’azzurro?
“L’estate scorsa con le nazionali sia u16 che u17 abbiamo raggiunto risultati strepitosi a mio parere, ripensandoci ancora oggi sono davvero onorata di aver preso parte a questi progetti. Tutte noi abbiamo imparato a convivere le une con le altre, abbiamo conosciuto ragazze di altre nazioni, sono state per me tutte belle esperienze anche sotto l’aspetto umano. Sono dell’idea che tutti questi campionati migliorino noi come giocatrici ma anche come persone, e ci insegnino molto. Esempio più che significativo la lontananza dalla propria famiglia per quasi due mesi; in più indossare la maglia azzurra è ogni volta una gran bella emozione. Saper di andare in giro per l’Europa e per il mondo a rappresentare la tua nazione non ha davvero prezzo”.

Il basket femminile è in grande crisi e tu in prima persona hai dovuto sopportare il fallimento della tua societá (il Geas). Cosa deve cambiare per risanare un ambiente in così grande difficoltà. Perchè i media parlano così poco del vostro sport?
“Si, quest’anno più dei precedenti si sono riscontrati molti fallimenti di società. Sinceramente non saprei nemmeno cosa di potrebbe fare per migliorare la situazione, posso solo dire che spero che la nostra generazione riesca pian piano a far capire di più alla gente che il basket femminile è bello e va seguito quasi quanto il maschile. Non mi sembra chiedere molto!”.

Dalla serieA1 con il Geas all’A2 con Broni. Hai deciso di rimanere a casa. Come mai? Nessuna offerta da altri club di A1?
“Quando arrivò la notizia a casa che il Geas avrebbe partecipato al campionato di A3, io e i miei genitori insieme agli allenatori abbiamo preso in considerazione la possibilità di giocare a Broni in A2, mia città natale e dove abito tuttora. Dopo un po’ di chiacchiere l’idea è sembrata realizzabile e allora ho accettato il prestito. Il motivo principale è stato quello di poter partecipare a un campionato di categoria maggiore, così sarei potuta crescere come giocatrice, allenandomi e giocando contro giocatrici più esperte di me. In quel momento non ho avuto nessun offerta di squadre di A1”.

Un giudizio sulla tua stagione e di quella della tua squadra. State rispettando gli obiettivi imiziali?
“Direi più che buono! Con la squadra siamo riuscite a partecipare ai playoff e siamo consapevoli che avremmo potuto arrivare più in alto in classifica, ma tutto sommato va bene così. Beh sulla mia stagione che dire! Mi sono divertita un sacco: ho conosciuto persone nuove e molto in gamba, ho disputato i miei primi playoff della carriera e sono soddisfatta, anche se si deve migliorare ogni giorno!”.

L’anno prossimo dove giocherai? Ti sono già arrivate alcune offerte?
“Sull’anno prossimo se devo essere sincera non ne ho ancora parlato nè con i miei genitori nè con le due società. Penso che finiti i campionati l’argomento uscirà e allora sarà il momento di decidere!”.

Hai dichiarato che in casa vivete di basket: quanto è stata importante la tua famiglia nella tua carriera?
“La mia famiglia è stata fondamentale in tutto e per tutto. Mi ha aiutato a fare delle scelte, come quella di venire a Broni, ma sempre e comunque senza mettermi pressioni. Mi seguono sempre e mi sono vicini e per me è davvero importante!”.

Sei ancora molto giovane. Come fai ad unire scuola e sport? Quanti sacrifici hai dovuto fare?
“Devo dire che spesso i sacrifici si devono fare, ma li faccio io come tutte le mie coetanee che giocano. I miei genitori mi hanno insegnato, con una certa fatica, che la scuola va messa prima del basket e che,quindi, bisogna sempre impegnarsi a scuola,  rinunciado a volte a uscire con gli amici per studiare e prepararsi al meglio per le partite.”

Capitolo america e WNBA: sogno oppure realtà molto vicina?
“Capitolo molto delicato oserei dire. Piano piano esce anche l’argomento tra me e i miei genitori, ma non ne parliamo spesso perché forse è ancora presto equando sarà il momento decideremo. Per adesso mi limito a dire che l’America mi ha sempre attirato molto e se ci fosse l’opportunità penso potrei farci un gran pensiero! Per adesso continuo a sognare.”

 

andrea.ziglio@olimpiazzurra.com

foto tratta da fibaeurope.com

 

 

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