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Alessandro Vaglio: “Che spettacolo giocare il World Baseball Classic”

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In esclusiva su Olimpiazzurra parla Alessandro Vaglio. Nato a Montefiascone (Viterbo), il 28 gennaio 1989, è uno dei più promettenti e già affermati giovani talenti del baseball italiano; il viterbese, reduce dall’avventura nel World Baseball Classic, ci rilascia le sue impressioni relative all’avventura statunitense ed alla stagione che verrà, con un sguardo al futuro legato alla maglia della nazionale  che spera di poter indossare alle Olimpiadi, magari con il ritorno del baseball, tra qualche anno, nel programma a cinque cerchi.

E’ terminato ormai, da oltre un mese, il World Baseball Classic; a te che cosa ha lasciato?
“Il WBC è rimasto dentro di me sicuramente come il più bel ricordo della mia vita sportiva. Mi ha arricchito sia tecnicamente sia personalmente, poiché son potuto stare a contatto con giocatori che sono da tutti riconosciuti come i più forti del mondo e questo per me è stato qualcosa di incredibile; rapportarsi con essi e vedere che ti trattano alla loro pari ti ripaga di tutti gli sforzi fatti nel corso della carriera.
Debbo aggiungere però che questo torneo mi ha lasciato addosso del rammarico perché siamo tornati a casa con la consapevolezza di poter fare ancora meglio, ma penso comunque che si possa essere felici per ciò che abbiamo mostrato.
Concludo infine dicendoti che lasciare gli Usa  è stato un po’ malinconico, dal momento in cui avevamo preso confidenza con gli stadi, con il fatto di  firmare gli autografi e l’abitudine di arrivare negli spogliatoi con la divisa pronta all’interno del proprio armadietto potendo respirare sensazioni ed atmosfere che, ora come ora, mi sembrano un lontano miraggio”.

Avere dei compagni di squadra che giocano nella MLB o nel Campionato Giapponese, ed avere l’opportunità di giocare ed allenarti con loro, quanto credi possa aver alzato il tuo livello di gioco all’interno di una partita?
“Penso mi abbia aiutato molto soprattutto perché ti rendi conto che questi giocatori sono delle persone normali e non extraterrestri, i quali hanno raggiunto quel livello grazie ad un duro lavoro e sudando per il loro obiettivo; credo che questo ti dia un incentivo a lavorare ancora più forte per raggiungere i loro parametri.
A livello personale, invece, devo molto a Sam Perlozzo, coach della squadra di Philadelphia, con cui ho lavorato molto sulla parte difensiva accrescendo notevolmente, in un solo mese, il mio stile di gioco”.

Dopo l’ottimo risultato conseguito dall’Italia, la quale ha mostrato di poter competere con le grandi potenze mondiali del baseball, pensi che nelle prossime edizioni si possa cominciare a pensare ad un progetto di vittoria finale per il nostro Paese?
“Preferisco non fare mai dei pronostici, soprattutto per scaramanzia. Ogni persona che ho visto entrare in campo lo faceva con la volontà di vincere ogni inning disputato e noi abbiamo dimostrato di saper giocare un ottimo baseball tenendo testa alle grandi del baseball mondiale e facendo vedere che non ci sono state sfide tra Davide e Golia, ma vere e proprie partite con grande equilibrio; sicuramente nelle prossime competizioni ci prenderanno tutti più sul serio”.

Speri che un giorno il baseball possa ritornare alle Olimpiadi? E questo da sportivo quanto ti farebbe piacere?
“Considero il baseball come uno di quegli sport che non può assolutamente mancare nel palcoscenico delle Olimpiadi e auspico che un giorno possa ritornare a far parte del programma a cinque cerchi; da sportivo ti dico che è logico voler essere di scena alle Olimpiadi e se il baseball vi ritornerà spero di avere delle chance per poterle disputare”.

Di recente Luca Panerati e Davide Anselmi, due dei giovani più promettenti e già affermati del baseball italiano, hanno lasciato il nostro campionato per andare a giocare in Giappone e negli Usa. Se arrivasse questa proposta anche a te come l’accoglieresti?
“Ne sarei sicuramente felice e ovviamente coglierei al volo questa opportunità, poiché questi sono treni che passano una volta nella vita”.

Parlando della stagione in corso, e tornando ai temi di stretta attualità, dalla tua Fortitudo Bologna che cosa ti aspetti in questo campionato? E dall’avventura nella Coppa Europa?
“Vedo che siamo una buona squadra e potremmo sicuramente giocarcela alla pari con le grandi del campionato, anche se sarà una stagione difficile, dal momento che due partite a settimana non ti lasciano margine d’errore. In ottica Coppa Europa affronteremo tutto come una grande incognita, ma andremo certamente sul diamante con l’intenzione di vincerla”.

Concludendo, infine, ti vorrei chiedere cosa ami fare nella tua vita fuori dal diamante?
“Cosa amo fare al di fuori del diamante?E’ molto semplice, ovvero, aspettare di ritornare a giocare a baseball”.

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