Ciclismo
Ciclismo: il bilancio degli azzurri nelle Classiche
Ormai è tempo di Giro d’Italia. Questo, nel mondo del pedale e delle due ruote, vuol dire che ormai le grandi classiche, quelle da coltello tra i denti, da tutto in un giorno, sono ormai in archivio. Ci sono stati vincitori e vinti, ovviamente. E tra vinti ci sono gli italiani.
Quando arriverà il Lombardia sarà ormai un lustro che un azzurro non vince una classica Monumento, dal giorno in cui Damiano Cunego, nel 2008, si impose proprio nella Classica delle foglie morte. Un anno fa i portacolori del Bel Paese ci erano andati vicini in più di un’occasione, ma in questo 2013 ci siamo dovuti accontentare delle posizioni di rincalzo. Gli unici successi sono arrivati da Moreno Moser alla Strade Bianche, da Oscar Gatto alla Dwaars Door Vlaanderen e da Luca Paolini alla Het Nieuwslblad. Siamo mancati nelle gare più importanti, quelle che cambiano una stagione o addirittura una carriera.
Iniziamo, nella nostra analisi, dalle note positive. Poche vittorie, certamente, ma comunque vittorie. Luca Paolini ha raccolto un risultato importante, anche se nel complesso è sembrato inferiore rispetto ad un anno fa, complice anche la sfortuna alla Roubaix. Oscar Gatto ha dimostrato di poter essere competitivo anche per le prime posizioni nelle classiche del Nord, anche se al Fiandre gli è mancata l’esperienza per prendere nelle prime posizioni i muri più importanti, trovandosi spesso a dover recuperare. Il successo di Moreno Moser ha fatto sognare. Un attacco a 20km dal traguardo, portato a buon fine con una stupenda intelligenza tattiche e ottime gambe. Il tutto al secondo giorno di corsa stagionale. Sembrava potesse essere il preludio a dei risultati di importante ma qualcosa si è inceppato e non ha permesso al giovane alfiere della Cannondale di esprimersi al meglio nelle classiche delle Ardenne, probabilmente quelle più adatte a lui.
Sul pavè, inutile nasconderlo, i passi indietro rispetto al 2012 non sono stati pochi. Le buone prestazioni di Daniel Oss, infatti, non sono bastate per mettere in positivo il bilancio azzurro. Un anno prima, tra Fiandre e Roubaux, avevamo raccolto 3 podi con Alessandro Ballan e Filippo Pozzato, mentre in questa primavera non siamo entrati tra i primi 3 nelle due classiche più importanti. Se Ballan è stato messo fuori gioco da un brutto infortunio, lo stesso non si può dire di Pozzato. Nonostante, a quanto dichiarato, abbia seguito lo stesso programma di quando militava nella Farnese, è sembrato solamente la fotocopia del corridore ammirato alla corte di Luca Scinto.
Usciti dal velodromo è stato tempo di tuffarsi nel mondo delle Côtes con Freccia del Brabante, Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi dove quantomeno, in alcuni frangenti di gara ci siamo salvati. Al Brabante ha destato un’ottima impressione Davide Malacarne, che ha fatto gara di testa negli ultimi 50km per poi chiudere settimo dopo una gara, anche se successivamente ha pagato le conseguenze di un attacco influenzale che l’ha condizionato.
Nelle tre classiche vallonate Damiano Cunego ha spesso provato a sorprendere gli avversari attaccando da lontano, senza mai trovare trovare fortuna nelle sue azioni, anche se coraggiose. Enrico Gasparotto ha corso quasi sempre nelle prime posizioni del gruppo, anche se ha faticato a lasciare il segno nelle fasi decisive della corsa, chiudendo spesso a ridosso dei primi. Sono state buone le prestazioni di Giampaolo Caruso, in forma già al Giro dei Paesi Baschi, e di Rinaldo Nocentini, che ha colto il solito piazzamento alla Freccia Vallone.
Tra i giovani nè Diego Ulissi nè Moreno Moser hanno impressionato. Se il primo ha quantomeno concluso le sue prove con i migliori, il secondo si è spesso e volentieri staccato prima dei chilometri conclusivi, arrivando sul traguardo lontanissimo dai migliori. Lo stesso Vincenzo Nibali, che arrivava tra i favoriti alla Liegi, non ha convinto, staccandosi nei momenti più importanti della corsa.
Infine, una nota positiva è arrivata da Michele Scarponi. Reduce da un Giro del Trentino non brillante, ha comunque dato battaglia nell’ultima classica, arrivando, alla fine, quinto, pareggiando il miglior piazzamento italiano in una monumento con Paolini alla Sanremo. Non certo un bilancio positivo, tirando le somme…
Foto: wierlerzone.be
gianluca.santo@olimpiazzurra.com