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“Cogito, ergo sport”: la vita in 5 decimi

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“La fortuna è un attimo, la vita è tutto il resto”.
Di tutto si può parlare tranne che di fortuna in quell’attimo del 31 Luglio 2012, quando un giovanissimo Chad Le Clos strappò via dalle pinne del “Cannibale di Baltimora” l’oro olimpico nei 200 farfalla. A fare la differenza? Una mezza bracciata in più, senza attendere di toccare il traguardo godendo della spinta della bracciata precedente. Anni di allenamento, ore di sudore per giocarsi tutto in 5 decimi di secondo.

Franz Kafka avrebbe ribadito che “la storia degli uomini è un attimo tra due passi di un viandante”, in questo caso tra due bracciate di delfino. Da una parte Michael Phelps, l’uomo che ha segnato la storia, lasciando con le sue 22 medaglie olimpiche (delle quali 18 ori) un’impronta indelebile nel mondo dello sport mondiale; dall’altra parte il ventenne sudafricano, che con un’accelerazione al momento giusto ha detronizzato la leggenda del nuoto, prendendosi la soddisfazione di guardare da un gradino più alto il mito americano.

Scontrarsi senza toccarsi, combattere senz’armi, spodestare senza colpo ferire: la magia di uno sport dove capita di veder intrecciarsi epopee e nuovi arrivi, aspettati ed inaspettati, esperienze e rivelazioni. Fuori da questo mondo l’attimo può fare la differenza, ma la vita rimane “tutto il resto”; nel mondo di Poseidone invece l’attimo è proprio tutto il resto, l’attimo fa la vita. È la differenza fatta in un baleno nella finale di delfino, un baleno che Chad Le Clos ha trasformato in un oro olimpico, rendendo l’istante un pezzo di storia con una spinta, una bracciata, una boccata d’aria in più.
La vita è fatta di attimi che tolgono il respiro e, perché no, anche di attimi che l’aggiungono un respiro.

di Chiara Mastrosani

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