Tennis
Coppa Davis: la delusione dopo la sconfitta nel doppio
Perdere in questo modo è veramente doloroso e i nostri tennisti non lo nascondono. C’è grande rammarico per un doppio che ci avrebbe portato sul 2-1 dopo quattro ore e mezza di battaglia e sofferenza, quando la rimonta di due set sembrava spingerci verso un successo esaltante che sapeva di impresa e poteva dare una chiara direzione a questa sfida con il Canada. Rabbia perché Daniele Bracciali e Fabio Fognini non hanno lottato solo contro gli avversari Nestor e Pospisil, cui vanno i complimenti per la splendida prestazione offerta, ma anche contro un pubblico, quello canadese, che in molti frangenti è stato poco rispettoso: “E’ ora di finirla con la storia degli italiani maleducati e poco sportivi – dice Bracciali – non mi sembra che a Torino con la Croazia noi ci siamo comportati male come il pubblico qui a Vancouver. Eppure anche lì era un match tirato e incerto”.
Soprattutto nel quinto e decisivo set il Doug Mitchell Thunderbird Sports Centre si è trasformato in una bolgia infernale senza che il referee, lo svizzero Egli, e il giudice arbitro, lo statunitense Garner, facessero più di tanto per calmare i tifosi di casa convinti forse di assistere ad un incontro di hokey su ghiaccio, lo sport nazionale da queste parti. Invece lo stesso Garner non ha avuto titubanze nell’assegnare un warning a Fognini dopo che il ligure aveva protestato con un giudice di linea che gli aveva chiamato fallo di piede. “Avete visto tutti in che clima si è giocato…”, ribadisce Fabio, che poi aggiunge: “Come ci si sente dopo una sconfitta così? Di m…”.
E se a perdere la pazienza è anche il capitano Barazzutti, allora vuol dire che i canadesi hanno davvero esagerato: “Mi sta anche bene il warning a Fabio, se davvero ha offeso il giudice di sedia, ma perché l’arbitro non ha dato warning ai canadesi per il continuo chiasso che faceva il pubblico. Tamburi, urli, di tutto… Magari si calmavano”.
Proteste, quelle azzurre, che non vogliono essere una scusante per la sconfitta in doppio. “Ripeto, dà noia che il pubblico si comporti così male – spiega Bracciali – ma questo non ha cambiato il match, nessuno di noi cerca giustificazioni o alibi. I nostri avversari hanno avuto una percentuale di prime palle superiore alla nostra, va detto. Quando ti giochi la partita su pochi punti e le coppie si equivalgono questo fa la differenza”.
Fognini ripensa al match e non si dà pace: “Lo ripeto, sono deluso, arrabbiato… Cosa ho fatto al rientro negli spogliatoi? Non lo dico…” . Poi aggiunge: “Ci abbiamo messo tutto quello che avevamo, facevamo fatica a rispondere nei primi due set, poi siamo saliti di livello e si è visto. Ora ci vuole un miracolo, ma ci proveremo”.
Il commento finale spetta al capitano, esausto dopo le mille emozioni e tensioni di un match che non si dimentica facilmente in poche ore: “Noi invece dovremo essere bravi a farlo. Siamo delusi e dispiaciuti, è evidente. Ma abbiamo lottato fino all’ultima palla, ho una squadra di combattenti e questo è importante. Sono orgoglioso di questi ragazzi, ci resta il rammarico della sconfitta, ma Daniele e Fabio hanno giocato come si fa in Davis e questo mi è piaciuto molto. La squadra sta crescendo, siamo competitivi anche in situazione difficili come quella in cui obiettivamente stiamo giocando qui a Vancouver. Fuori casa, su un campo velocissimo, contro avversari e un pubblico, ripeto, non proprio corretto, visto che poi quando vengono da noi si lamentano sempre… Soprattutto questa squadra ha tanti anni davanti a sé e arriverà il nostro turno. Abbiamo costruito un grande gruppo e si vede”.
Ora c’è da tentare la rimonta. Domenica toccherà ad Andreas Seppi provare l’impresa contro il numero uno canadese, il gigante Raonic (è alto 198 cm), dotato di un servizio micidiale. Un successo dell’altoatesino ci darebbe poi la chance di giocarci tutto nell’ultimo singolare tra Fognini e Pospisil. Corrado ci crede: “Andreas è un campione, è solido ed in fiducia. Anche se la superficie veloce avvantaggia Raonic, penso che le percentuali sono 55 per il canadese e 45 per noi. E poi Raonic avrà una grande responsabilità sulle spalle, non sarà facile neppure per lui”.
Il capitano lancia la carica e gli azzurri lo seguono. Nonostante una sconfitta che brucia e fa tanta rabbia non è ancora finita. Vietato arrendersi.
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