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Doping, Benezech shock: “Il rugby come il ciclismo dello scandalo Festina”

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L’allarme era stato lanciato qualche settimana fa dall’indagine dell’AFLD (Agenzia Francese per la Lotta al Doping) e dalle dichiarazioni dell’ex giocatore ed allenatore Jean-Pierre Elissalde, ma ora la bomba doping nel mondo del rugby rischia di scoppiare definitivamente. Le accuse arrivano di nuovo dalla Francia, “motore” di uno scandalo che potrebbe rivelarsi di proporzioni mondiali con il passare del tempo, precisamente da Laurent Benezech, 15 caps con i galletti negli anni ’90.

L’ex pilone, in un’intervista rilasciata al quotidiano Le Monde, non usa mezzi termini per descrivere la situazione attuale nel mondo della palla ovale e fa un paragone oltremodo inquietante: “Il rugby oggi è esattamente nella stessa situazione in cui era il ciclismo prima del caso Festina”. Doping smisurato e senza controlli, insomma, frutto di un sistema, secondo Benezech, dove “in alcuni club c’è una legalizzazione sull’uso dei medicamenti attraverso le autorizzazioni date dai medici, altrimenti i giocatori sarebbero dichiarati positivi in occasione dei controlli”.
Uno scenario sconfortante quello delineato dall’ex giocatore, marcato ulteriormente dal fatto che “le prove sono sotto i nostri occhi, ma a quanto pare non interessa a nessuno”.

Quasi un grido di dolore il suo: “Quando mi capita di incontrare giocatori di rugby e persino intere squadre e vedo, per esempio, un cambiamento nella loro mascella, che è il marchio dell’assunzione dell’ormone della crescita, posso solo essere preoccupato per l’evoluzione del mio sport e la salute a lungo termine dei suoi giocatori”. E l’utilizzo di farmaci proibiti, secondo Benezech, potrebbe proseguire, perché “Quando sento un allenatore della nazionale dire che il tempo effettivo, che attualmente è mediamente di 40 minuti, deve salire a 50 minuti per la Coppa del Mondo 2015 e che solo i giocatori in grado di mantenere questi livelli avranno chance di giocare per la nazionale, non riesco a non vedere un’esortazione al doping”.
Fino a quando resteremo in questo oscurantismo e in questo rifiuto della trasparenza – conclude amaramente Benezech -, potremo solo ottenere la messa in pericolo della salute degli sportivi.

Un attacco chiaro e deciso, che lascerà il segno e che darà il via ad un lungo valzer di polemiche e smentite, da oggi inevitabilmente meno credibili. Che sia il primo passo verso l’apertura di un ipotetico Vaso di Pandora?

Foto: sports.fr

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

 

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