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Ciclismo

Primavera azzurra: segnali altalenanti dai giovani

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La primavera azzurra del ciclismo maschile non è certo stata densa di soddisfazioni: le grandi classiche, spesso, non hanno visto gli italiani tra i protagonisti, anche se solo in pochi casi si può parlare di “delusioni”, perché in moltissimi casi i nostri atleti non erano certo tra i favoriti. Qualcosa di meglio, invece, è emerso dalle brevi corse a tappe, in particolare dalla Tirreno-Adriatico, dal Giro di Catalogna e dal Giro del Trentino.

E’ interessante vedere, in particolare, cosa hanno fatto i più giovani, quei corridori sui quali ci sono tante speranze soprattutto per colmare un certo gap generazionale che appare ormai evidente.

Fabio Aru, classe 1990, ha avuto il suo “battesimo” tra i professionisti con un’avventura da stagista nella passata stagione. In forza alla corazzata Astana, il ragazzo sardo è stato in seconda fila nelle prime corse stagionali (San Luis, Roma Maxima, Strade Bianche, Catalogna) per poi dare un importantissimo squillo al Giro del Trentino: quarto posto in classifica finale, ottimo cose fatte vedere in montagna a fianco di Vincenzo Nibali, del quale sarà scudiero all’imminente Giro d’Italia che sarà il primo grande appuntamento di questo talentuoso prospetto del nostro ciclismo.

Enrico Battaglin, ventitré anni compiuti a novembre, non è finora riuscito a confermare quanto fatto vedere nei suoi mesi da stagista nel 2011, a cui hanno fatto seguito pochi piazzamenti nel 2012. Quest’anno si è segnalato per un paio di risultati nella top ten al Giro del Trentino (ha vinto la volata di gruppo a Valle del Chiese), ma chiaramente il vicentino di Marostica è atteso ad un livello un po’ più alto: anche in questo caso, il Giro d’Italia sarà un banco di prova interessante.

Daniele Ratto, fratello e figlio d’arte classe 1989, ha ripetutamente sfiorato il successo al Giro di Catalogna: è un passista-veloce molto interessante, che deve ancora affinare qualche meccanismo per poter vincere con regolarità, ma comunque, al pari del compagno di squadra in Cannondale Elia Viviani-quest’anno ancora a secco di successi-, rappresenta una ruota veloce sui cui puntare per il futuro.

E poi ci sono i due talenti, non a caso messi assieme anche nella foto, forse più puri, sui quali si punta maggiormente in ottica futura: Diego Ulissi e Moreno Moser. I due hanno fatto anche la campagna del Nord, partecipando alle principali classiche: il toscano della Lampre si è portato a casa la Settimana Coppi & Bartali, successo che testimonia le sue doti anche nelle brevi corse a tappe, ma non sarà certo uscito soddisfatto dalle Ardenne, dove puntava al podio e si è dovuto accontentare di un tredicesimo posto alla Freccia Vallone. Le classiche sono qualcosa di particolarmente ostico per i più giovani, dunque non bisogna demordere perché il ragazzo di Cecina sembra veramente perfetto per le gare del Nord.  Moreno Moser ha vinto una corsa che anno dopo anno sta acquisendo una caratura enorme come le Strade Bianche e già questo potrebbe bastare a essere contenti di ciò che ha fatto, anche perché nelle classiche vere spesso ha dovuto fare il gregario per Peter Sagan; interessante, poi, la sua performance dell’altro giorno nel prologo del Giro di Romandia. Moreno è un talento poliedrico, veloce ed esplosivo ma anche resistente: non farà il Giro d’Italia, tuttavia sarà tra i grandi protagonisti della seconda parte di stagione.

foto Bettini

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

 

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