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Scherma, Camilla Mancini: «Una stagione perfetta!»

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È l’astro nascente del fioretto femminile italiano. Camilla Mancini ha vinto tutto nella sua stagione under 20: tutte e tre le prove di Coppa del Mondo alle quali ha preso parte, due ori agli Europei e due ai Mondiali, tra gare individuali e a squadre. Un’autentica dominatrice della sua categoria. Olimpiazzurra l’aveva intervistata a inizio stagione, ne aveva raccontato le speranze e le sensazioni, ora siamo tornati da lei, a chiederle come ci si sente a essere la più forte al mondo tra le giovani fiorettiste.

Olimpiazzurra: Farti i complimenti sta diventando una piacevole abitudine. Torni da Porec con due medaglie d’oro. Meglio di così era impossibile. Te lo aspettavi?
Camilla Mancini: «Innanzitutto grazie per i complimenti. Sicuramente questo mondiale è stato un successo, diciamo che mi auguravo un risultato del genere, ma sinceramente non me lo aspettavo, dopo una stagione quasi perfetta avevo paura di rovinare tutto».

OA: Un mese fa, dopo l’europeo, avevi detto che al mondiale sarebbe stata più dura perché c’erano le americane. Il 15-9 che hai dato alla Kiefer in semifinale sembra indicare il contrario.
CM: «Sicuramente la Kiefer è una delle atlete piu forti del mondo sia a livello giovanile che in quello assoluto, come sta dimostrano, è l’atleta che temo di più perché so che l’esito dell’assalto non dipende solo da me ma anche da lei, gli assalti con lei sono sicuramente i piu emozionanti!».

OA: Lei ha già un bronzo mondiale assoluto, è andata vicinissima al podio olimpico a Londra, è tra le primissime del ranking mondiale. E l’hai battuta. Pensi che significhi che anche tu potresti già fare la voce grossa a livello assoluto?
CM: «Il fatto di averla battuta significa che probabilmente a livello tecnico ci sono, ma in campo assoluto conta molto di più l’esperienza, che spero di fare anche io al più presto!».

OA: Per gli schermidori italiani è più difficile fare esperienza, perché c’è una forte concorrenza interna. Pensi che questo ti abbia penalizzato o pensi ti possa penalizzare in futuro?
CM: «Penso che il fatto di far parte di una Nazionale cosi forte è solo un privilegio, anche se siamo leggermente in ritardo con l’entrare nella nazionale assoluta. Abbiamo più stimoli per fare meglio, questo spiega perché comunque gli italiani sono tra i più forti al mondo!».

OA: Scegli il momento più significativo del tuo mondiale e raccontaci come l’hai vissuto.
CM: «Beh sicuramente l’assalto con la Mpah Njanga! Quando ha messo la stoccata del 14-11 ho pensato di essere stata una stupida e di aver buttato via il mondiale. Quel pensiero però ha fatto scattare qualcosa nella mia mente, sapevo di non potermi permettere più errori. Credo di non aver potuto accettare l’idea di perdere in quel modo, con un’avversaria abbordabile! Avevo tempo, e non ho precipitato, cosi pensando botta per botta ho recuperato! Sicuramente è stato quello il momento più emozionante e significativo!».

OA: La tua stagione da under 20 è perfetta: percorso netto. Hai vinto tutte le prove di Coppa del mondo a cui hai preso parte, hai conquistato quattro ori tra mondiali ed europei, tra prove individuali e a squadre. Hai ancora una stagione giovani davanti, ma forse è il tempo di misurarsi con le più grandi. Ti senti pronta per il grande salto?
CM: «So che sarà dura: la differenza tra le under 20 e le assolute è tanta. Ma è un passaggio che deve essere fatto e io lo voglio fare il prima possibile, quest’anno spero di poter partecipare a qualche gara di Coppa del Mondo, e sicuramente faro del mio meglio!»

OA: Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Valentina Vezzali. A chi pensi di assomigliare di più schermisticamente?
CM: «Alcuni mi dicono che stilisticamente assomiglio di più alla Di Francisca. Loro sono tre campionesse, sfiorano la perfezione da tutti i punti di vista. Io ho ancora molte cose su cui lavorare e migliorare, dal punto di vista tecnico e mentale. Se riuscissi a raggiungere un quarto del loro percorso sarei molto soddisfatta!!».

gabriele.lippi@olimpiazzurra.com

Twitter: GabrieleLippi1

Foto di Augusto Bizzi

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