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Softball, Elisa Cecchetti: “Prima i playoff, poi…”

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Dieci giorni fa è scattata l’Italian Softball League, il massimo campionato nazionale di questa disciplina; tra i talenti più giovani che cercheranno di mettersi in mostra c’è Elisa Cecchetti, classe 1995, in forza alla Sanotint Bollate. Andiamo dunque alla scoperta di questa nuova stagione e, più in generale, del softball azzurro con questa promessa del nostro movimento.

Elisa, in molti considerano il softball il “fratello minore” del baseball: quali sono invece le differenze più significative tra i due sport?

Alla base i due sport sono pressoché uguali, la logica e le regole fondamentali sono le stesse. Cambiano le dimensioni del campo: quello da softball è più piccolo e da questo ne consegue che aumenta la velocità del gioco. Quello che si nota di più è la differenza nel modo di lanciare. Nel baseball il lanciatore si trova su un monte e tira dall’alto,  mentre nel softball il lanciatore tira dal basso con il movimento chiamato a mulinello ed il monte non è presente. Inoltre nel baseball i corridori che si trovano in base possono staccarsi dal sacchetto quando il lanciatore sale sul monte. Nel softball invece i corridori possono staccarsi dalla base solo nel momento in cui il lanciatore lascia la palla”.

Cosa ti ha spinto a praticare questa disciplina?

Ho iniziato a praticare questo sport fin da piccola perché sia mia sorella, sia le mie cugine giocavano. Mi sono subito appassionata e da quando mi hanno messo in mano il guanto per la prima volta, non l’ho più tolto. In seguito mia sorella ha smesso mentre le mie cugine, Greta e Lara, giocano ancora e hanno avuto esperienze nel college e nell’università americana. Da un paio di anni ho iniziato a giocare insieme a loro nella Sanotint.

Pur con qualche difficoltà, è ripartito il campionato: credi che i cambiamenti regolamentari possano far bene al softball italiano?

I cambiamenti regolamentari sono stati apportati per poter consentire alle società di risparmiare sui costi delle trasferte. I soldi sono davvero pochi e credo che si stia cercando di fare dei tagli dove si può. Per quanto riguarda i cambiamenti nel gioco è aumentato il numero di ASI (giocatori di scuola italiana) in campo, da 7 si è passati a 8, e sono state bloccate le retrocessioni per tre anni. Questo credo che porterà un lieve abbassamento nel livello di gioco. Alcune squadre, infatti, non prenderanno straniere o ne prenderanno solo una e si sa che queste giocatrici sono quelle che aggiungono esperienza e qualità al campionato“.

Tu farai parte a pieno titolo della rosa della Sanotint o ti dividerai ancora con i campionati giovanili? Quali sono le ambizioni di Bollate per questa stagione?

Già da due anni  faccio parte a pieno titolo della rosa della Sanotint, nonostante sia ancora in età per i campionati giovanili. Anche quest’anno parteciperò al campionato under 21. Comunque l’ISL si gioca di sabato mentre l’under 21 durante la settimana, quindi non ci sono problemi.
Con il Bollate vogliamo fare un buon campionato. Il primo obiettivo sono i play-off, per ora, ma vogliamo migliorare il risultato ottenuto l’anno scorso e questo significa vincere lo scudetto che abbiamo sfiorato la scorsa stagione. Siamo pronte e motivate per iniziare questo campionato”.

In generale, come vedi le altre squadre al via della ISL, a partire dalle campionesse in carica di Caserta?

Credo che le campane siano leggermente indebolite rispetto allo scorso anno soprattutto nel box di battuta, dove hanno perso giocatori come Novelli, Rolla e Mazzarella. Comunque rimangono una delle squadre favorite. Vedo molto bene Bologna che ha fatto un ottimo campionato lo scorso anno e che quest’anno ha riconfermato praticamente la stessa squadra. Nel nostro girone penso che la squadra più ostica da affrontare sarà La Loggia“.

In nazionale hai alle spalle una lunga trafila nelle selezioni giovanili: quest’anno quali appuntamenti ti attendono?

Quest’anno non ci sono in programma competizioni con la nazionale della mia categoria. Il mio obiettivo sono gli Europei under 19 dell’anno prossimo“.

Che cosa cambierebbe per voi atlete se il softball riuscisse a diventare una disciplina olimpica? Riuscireste ad avere più visibilità e quindi a diffondere meglio il vostro sport?

Per noi atlete, se il softball riuscisse a diventare disciplina olimpica ci sarebbe la possibilità di realizzare un sogno. Credo che per qualsiasi atleta i 5 cerchi abbiano un fascino che nessun altra competizione ha.
Inoltre il softball ha già fatto parte del programma fino alle Olimpiadi di Pechino e ha dimostrato di poter dare spettacolo. Certamente l’Olimpiade è un palcoscenico importante che può dare visibilità a sport poco conosciuti in alcune parti del mondo“.

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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