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Tiro a segno: la carabina “inceppata” di Niccolò Campriani

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Succede. Avviene a volte che un tiratore nella sua lunga carriera, tra i poligoni di tutto il mondo, abbia un momento di appannamento e non riesca a trovare quella continuità di prestazioni che lo ha consacrato grande agli occhi del mondo.

E’ questo il caso del nostro Niccolò Campriani, il quale, dall’inizio del 2013, non riesce più a trovare quel feeling con la sua arma, ovvero la carabina, che sino al termine del 2012, anno olimpico (concretizzato con 1 oro ed 1 argento a Londra), lo aveva reso uno spauracchio per tutti i tiratori del pianeta.

Probabilmente la battaglia portata avanti, durante l’autunno e l’inverno, dall’ingegnere fiorentino per evitare di cambiare le regole di questo meraviglioso sport, senza peraltro ottenere granchè, potrebbe avergli fatto diminuire le motivazioni e averlo prosciugato dal punto di vista nervoso facendogli collezionare, intendiamoci, risultati di buon livello (6° agli Europei di Odense; 8° in Coppa del Mondo a Changwon), ma al di sotto delle aspettative che gli appassionati italiani nutrono su di lui.

Inoltre dal punto di vista tecnico quella costante regolarità mantenuta da Campriani, senza quasi far notare la differenza tra tiri di qualificazione e tiri di finale ( è sempre arrivato primo nelle qualifiche), sembra essere diventata uno svantaggio; in quanto, con l’azzeramento del punteggio anteriormente all’inizio della finale ad eliminazione, è chiaro ormai che sia diventato necessario, da parte dei tiratori, approcciare le sessioni di tiro in modo differente cercando di scindere al massimo qualificazioni e finali ed entrando nell’ottica che tutti i valori, messi in campo sino a quel momento,  possono essere rapidamente rimescolati, soprattutto in eventi internazionali dove ci si trova a gareggiare con tiratori di alto livello.

Tutti auspicano quindi che Niccolò, essendo anche molto giovane (26 anni ancora da compiere) relativamente agli standard di uno sport longevo come il tiro a segno, possa metabolizzare questo momento di difficoltà e di adattamento riacquisendo gli stimoli giusti per tornare sugli standard di rendimento che lo hanno rivelato al mondo, vincendo anche il titolo di “Best shooter 2012”.
Allora succederà che, quando la sua classe sarà ritrovata, la carabina non risulterà più “inceppata”.

foto tratta da delmagyar.hu

michele.cassano@olimpiazzurra.com

 

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