Pallavolo
Volley, Paola Croce: “Sì, pagata solo per il 10%”!
Siamo sempre più a livello vergognosi. Ma dove stiamo andando? Ma che futuro ha questo volley femminile all’italiana? Stasera inizieranno i playoff di Serie A1, ma la testa è altrove. Tra problemi economici e, sottolineiamolo bene, giocatrici non pagate!
Domenica Paola Croce era venuta allo scoperto e aveva denunciato la situazione di Urbino, da cui era fuggita qualche giorno prima perché il patron non aveva rispettato gli accordi economici presi col libero azzurro.
La ragazza aveva pubblicato una lettera per mezzo di Volleyball.it (paladino di questo momentaccio). Apriti cielo. Il presidente di Urbino ha lasciato una dichiarazione sconvolgente al sito Il Ducato Online.
“Noi l’abbiamo accolta a braccia aperte ma potevamo anche fare a meno di lei. Non è stato un acquisto decisivo visto che quest’anno a seguito dei ritiri di Crema e Modena nessuna squadra retrocederà. Il suo ringraziamento è stato questo. Rispetto alle sue compagne di squadra, con le quali siamo in ritardo nei pagamenti, Paola Croce era la giocatrice più in regola nella ricezione dello stipendio aveva già ottenuto quasi la metà dell’ingaggio. Ho parlato con lei e mi sembrava convinta di restare a Urbino, poi il giorno dopo inspiegabilmente se n’è andata”
Quindi si sono messe in dubbio le doti tecniche della giocatrice, ritenendola non fondamentale (ma allora perché l’hanno acquistata?). Avrebbe pure dovuto ringraziare? Per non essere pagata? E poi candidamente si ammette di essere in ritardo con i pagamenti delle altre professioniste in rosa. E stasera si giocano i playoff?
Paola Croce non ha resistito e ha replicato ancora. Sempre per mezzo di Volleyball.it.
“Per mano della società io ho percepito il 10 per cento dell’intero importo. Se poi loro intendono considerare un 25 per cento che il mio procuratore mi ha personalmente bonificato per aiutarmi e per tentare di tamponare le loro insolvenze… beh! lascio a voi le considerazioni… (tra l’altro anche in questo modo arriveremo ad un totale di 35%).
Se la società di Urbino è un grado di provare che mi sono stati fatti bonifici o dati assegni… ben venga!
Ci tengo inoltre a raccontare che il presidente Sacchi davanti ad altri testimoni ha personalmente affermato di non conoscere il mio contratto e di non averlo mai firmato, “fosse stato per me – ha detto visto che non eravamo nelle condizioni economiche di poterti prendere, io non ti avrei mai portata ad Urbino!! Spero di porre fine ad ulteriori polemiche”.
Il 10%. Basta questo numero. Rendiamoci conto.