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Calcio, il bilancio della stagione italiana

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Con il campionato di serie A 2012-13 ormai concluso, c’è già chi ha nostalgia del calcio, ma nell’attesa che inizi la nuova stagione, facciamo il punto di quella appena terminata.

Per alcuni è stato un campionato a senso unico, con la Juventus in testa dall’inizio alla fine e quasi mai nessun’altra squadra a impensierirla. Sicuramente, se andiamo a vedere le rose delle sue rivali, qualcuno potrebbe dire che c’erano altre squadre che potevano competere per conquistare lo scudetto, ma il campo ha parlato, e ha detto Juve. E in fondo nessuno di noi può muovere obiezioni nei confronti dei riconfermati campioni d’Italia, e nemmeno ci si può appellare ai “se” o ai “ma” (se il Milan avesse iniziato meglio la stagione forse avrebbe potuto vincere lo scudetto… Se l’Inter non avesse avuto tanti infortuni, forse…); la Juve ha meritato lo scudetto, è stata più costante delle sue rivali e alla fine si è trovata la strada spianata, anche grazie ai passi falsi delle avversarie.

La squadra che ha tenuto il campionato aperto finché la matematica non ha prevalso è stata quella che al momento è considerata la grande rivale (dentro e fuori dal campo) della Juve: il Napoli. Dai partenopei tutti si aspettavano un riscatto rispetto alla passata stagione, dove la qualificazione alla Champions League era sfuggita loro proprio nel finale di stagione e così è stato: il Napoli ha fatto un ottimo campionato, tenendo, finché ha potuto, il passo della Juve, e meritando ampiamente il secondo posto, grazie soprattutto ai 29 gol del capocannoniere Cavani, non senza aver suscitato delle critiche mosse da chi ha definito il Napoli ‘Cavani dipendente’ (dubbi che potrebbero essere chiariti nella prossima stagione se, come si dice, il Matador andrà via).
La lotta per il terzo posto (l’ultimo utile per l’accesso alla Champions) si è fatta più chiara solo negli ultimi mesi, quando la Lazio ha iniziato a perdere terreno e la Fiorentina ha rallentato il suo – fino a quel momento – ottimo campionato, lasciando il via libera alla ripresa di un Milan che aveva iniziato la stagione trovandosi invischiato nella zona retrocessione e che poi ha iniziato a collezionare vittorie trascinato da El Shaarawy prima e da Balotelli poi, chiudendo a fine campionato, meritatamente, al terzo posto, dopo essere stato prima vicino alla seconda piazza del Napoli e poi al quarto, che all’ultima giornata è andato alla Fiorentina (dopo aver accarezzato per una manciata di minuti il terzo posto prima che il Milan raddrizzasse la gara contro il Siena); una Viola che al di là della delusione finale può ritenersi soddisfatta per essere finalmente ritornata in Europa e questo era da molti visto come l’anno giusto, con l’arrivo di Montella sulla panchina e di molti giocatori nuovi rispetto alla scorsa stagione. Missione compiuta si potrebbe dire, dato che i viola si sono lasciati alle spalle le due squadre della capitale, oltre all’ormai rodata Udinese, che, dopo la delusione Champions la scorsa estate, si è riconfermata una squadra da Europa, al punto che anche i più scettici non possono dire che è stato un caso il quinto posto: ormai l’Udinese è una certezza.
Dietro i friulani ci sono le due squadre di Roma, che sono partite un po’ distanti tra loro, con la Lazio che prometteva di fare un campionato da Champions e alla fine si è dovuta accontentare del settimo posto, che non le ha negato di partecipare alla prossima Europa League grazie alla vittoria in Coppa Italia proprio contro i cugini della Roma, che tra alti e qualche basso (come l’esonero di Zeman e la sconfitta nella finale di Coppa Italia) alla fine si è piazzata al sesto posto.

Straordinaria la stagione del Catania, che ha sicuramente meritato l’ottavo posto conquistato, grazie ad un ottimo allenatore come Maran e ad una rosa che ha dimostrato di essere molto competitiva, trascinata dalle prestazioni e i gol di Gomez e Bergessio. E siamo arrivati all’Inter, i cui tifosi saranno sicuramente delusi da questo anonimo campionato della propria squadra, che dall’iniziale speranza di un posto in Champions è finita – bisogna essere sinceri, anche a causa dei numerosi infortuni – al nono posto, fuori dall’Europa; anno da dimenticare, ma sarà comunque un punto di partenza per la prossima stagione e per il nuovo allenatore Mazzarri. Chiude la prima metà della classifica il Parma, che si conferma un gradino sopra le altre squadre che si è tenuto dietro.
Cagliari, Chievo e Bologna seguono rispettivamente all’undicesimo, al dodicesimo e al tredicesimo posto in classifica, tutte soddisfatte del risultato finale, dato che hanno raggiunto il loro obiettivo stagionale. Contenta anche la Sampdoria, che, dopo aver conquistato l’ultimo posto disponibile per la promozione in serie A nello scorso campionato cadetto, si classifica al quattordicesimo posto, davanti all’Atalanta, che con qualche sofferenza in più, ma senza mai trovarsi seriamente in pericolo di retrocedere, raggiunge il suo obiettivo di salvarsi. Evitano la retrocessione anche il Torino e il Genoa, che nelle ultime giornate tirano un sospiro di sollievo conquistando gli ultimi posti disponibili per la salvezza (sedicesimo e diciassettesimo).
Retrocede in serie B, non senza rammarico e con un po’ di sorpresa visti gli obiettivi di inizio stagione, il Palermo, i cui tifosi si augurano che il prossimo sia solo un anno di transizione. Chiudono la classifica, e retrocedono in cadetteria, il Siena, con un pizzico di amarezza per la penalizzazione, anche se con sei punti in più la situazione non sarebbe cambiata, e il Pescara, che dopo aver dovuto salutare i principali artefici della promozione in A (Immobile, Insigne, Verratti, nonché il mister Zeman), si è ritrovato ad affrontare la serie A con una squadra quasi più debole di quella che un anno fa aveva sbancato in serie B.

In conclusione si può dire che il campionato 2012-13 ha in parte confermato alcune certezze della precedente stagione e in parte dato nuove emozioni, sempre utili per mantenere alta l’attenzione dei tifosi, e soprattutto la loro passione per il gioco del calcio. Un rammarico c’è sicuramente ed è legato al cammino delle squadre italiane nelle competizioni europee, dove da un lato abbiamo dimostrato di essere ancora un po’ inferiori rispetto ad altri club (mi riferisco soprattutto alla Champions League), dall’altro abbiamo confermato il poco interesse per una competizione come l’Europa League, giocata spesso con ampi turn-over dalle nostre squadre. Mi auguro pertanto che sia la nuova regola che dovrebbe essere introdotta, la quale darebbe accesso alla Champions League alla vincente dell’Europa League, sia il mercato estivo e i ricchi premi in denaro previsti per le vittorie in Champions diano nuova linfa e possano rappresentare un ottimo incentivo per le squadre italiane a puntare più in alto a livello internazionale.

Giulio Ingenito

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