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Ciclismo
Ciclismo e doping: una storia senza fine?
Un fulmine a ciel sereno, quello che ha colpito il ciclismo il giorno della 19esima, e annullata, tappa del Giro d’Italia 2013. Un fulmine che ha mandato i titoli di coda sulla carriera di Danilo Di Luca, risultato positivo ad un controllo antidoping che dovrebbe costargli una meritata squalifica a vita.
Francamente, di queste notizie non se ne può più. Che il ciclismo abbia vissuto dei brutti momenti, ormai, lo sappiamo tutti. Il dubbio che viene, però, è quello di non aver completamente lasciato alle spalle questa scomoda quanto frustrante situazione. Le positività sono ancora all’ordine del giorno e alcune, come questa, sono anche pesanti, data la popolarità di un personaggio già più che sufficientemente discusso. Non è la prima volta che il Killer di Spoltore ci casca e ciò stupisce ancora di più. Questo Giro era probabilmente un’ultima occasione per una possibile redenzione, ma è passato lasciando solo brutti ricordi.
Resta l’indignazione per l’inganno di un corridore che sembrava ritrovato e caratterizzato da una grinta fuori dal comune. Si parlava dell’ennesimo miracolo di Luca Scinto, ora il più distrutto. Non lo voleva, Di Luca, nella sua squadra. Non voleva un corridore ormai sul viale del tramonto, quando per anni ha portato avanti una politica completamente diversa, fondata sui “sacri valori del ciclismo”. Il Dio Denaro, però, ha vinto anche questa battaglia. Per una squadra come la Vini Fantini uno sponsor importante in più fa sempre comodo, specialmente in un momento come questo. E nessuno ha potuto resistere.
Da inguaribili ottimisti, potremmo provare a guardare il bicchiere mezzo pieno. Di Luca è l’espressione di un ciclismo che va sempre più scomparendo, specialmente nei protagonisti. Ora sarebbe da sradicare completamente, evitando che i dirigenti siano coloro che per anni sono passati sopra a certe pratiche, nascondendo la polvere sotto il tappeto, aspettando solamente che qualcuno lo sollevasse. Possiamo essere contenti che non sia uno della nuova generazione di corridori, che speriamo possa veramente essere pulita come non mai. Possiamo essere contenti delle tante esternazioni sui social network degli stessi compagni di Danilo, per l’indignazione con cui hanno trattato l’argomento. La prima voce del cambiamento, in fondo, deve venire da loro.
gianluca.santo@olimpiazzurra.com