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Eccellenza: Mogliano, quando si dice ‘bruciare le tappe’

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Raggiungere il paradiso, in genere, comporta lunghi anni di strategie oculate, di sofferenze, di purgatorio. Ottenere tutto e subito è un privilegio per pochi fortunati e per pochi – non potrebbe essere altrimenti – guerrieri, perché il solo talento non potrebbe bastare in casi del genere, se non accompagnato da una determinazione fuori dal comune. Una componente che nel rugby, per forza di cose, non può mancare, ma quella messa in campo dal Mogliano nei playoff che l’hanno incoronato Campione d’Italia è stata quasi feroce.

Infatti, il club veneto non ha solamente bruciato le tappe, ma le ha polverizzate. Partendo dalla Serie A1, in quattro anni sono arrivate la prima e storica promozione in Eccellenza, una salvezza tranquilla, le semifinali scudetto e la gioia più bella, il trono d’Italia per la prima volta. Merito di una società forte ed intelligente, con a capo il presidente Roberto Facchini e alla direzione sportiva Gianluca Mazzanti; merito di uno staff tecnico di primissima qualità ma, soprattutto, merito del miglior allenatore nel panorama nazionale al momento, Umberto Casellato. Il suo ciclo con il Marchiol è terminato e lo si sapeva già da tempo, condizione che attribuisce ulteriore prestigio alla sua vittoria, poiché lasciare un ricordo del genere prima di andar via è un segnale di grande capacità gestionali e umane. La prossima stagione sarà quella del salto di qualità per lui, con l’approdo alle Zebre di fianco al cugino head coach Andrea Cavinato. A Mogliano Veneto arriverà Francesco Mazzariol (ex Crociati) ma di sicuro, i tifosi biancoblu non si dimenticheranno di lui, per le tante emozioni regalate.

E pensare che la stagione appena conclusa era cominciata con il freno a mano tirato, facendo presagire una sorta di involuzione per la squadra rivelazione soltanto l’annata precedente. Non tutto girava per il verso giusto, nonostante il gioco fosse rimasto quello vivace ed elettrico messo in mostra già ripetutamente. Al giro di boa della stagione, poi, la vera scossa, per una rimonta alimentata notevolmente dalla vittoria esterna su Rovigo e dal pareggio con Calvisano. Pochissimi i punti di bonus lasciati per la strada, tant’è che la qualificazione alle semifinali arriva anche con una giornata di anticipo.
La doppia sfida con Viadana sembrerebbe già scritta, ma la metamorfosi di Mogliano comincia proprio ora: gioco meno spumeggiante, ma difesa aggressiva per contenere l’inferiorità della mischia e concentrazione elevatissima per 160′ lunghissimi minuti. I problemi del pack vengono ingigantiti dalle pesanti assenze di Max Ravalle e di Braam Steyn, ma a fare la differenza ci pensano i piedi di Nathan e Fadalti, la solidità di Ceccato e Galon dietro, la sicurezza di Lucchese e Rodriguez in mediana e la cattiveria di capitan Candiago e di Costa Repetto davanti, per citare i simboli dell’impresa della semifinale.

Dopo due simili battaglie, la finale poteva trasformarsi in un inferno oppure in una partita molto più semplice di quanto non si possa pensare. Il fango del Chersoni opta per la prima scelta, ma gli uomini di Casellato dimostrano di essere maturati sempre di più con il passare della stagione e, per loro, l’inferno di Prato è solo una tappa di transizione lunga 80′, perché ai biancoblu si spalancano subito le porte del paradiso. Senza nemmeno aspettare troppo. Non erano i più forti sulla carta, ma lo sono diventati strada facendo.

 

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

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