Ciclismo
Galibier: la leggenda di Marco Pantani
Pioveva. Faceva freddo. Era il 27 luglio 1998, cuore di quell’estate indimenticabile per il ciclismo e per lo sport italiano: ma sembrava un giorno d’autunno. Eppure, proprio quelle condizioni improbe fecero entrare Marco Pantani nella leggenda, una volta per tutte.
Quindicesima frazione di quel Tour de France, 189 km da Grenoble a Les Deux Alpes. Jan Ullrich è in maglia gialla, Pantani, a circa 3′, sa di doversi inventare qualcosa; non basta un semplice scatto nel finale, non basta guadagnare un pugno di secondi, perché il distacco è ampio e il penultimo giorno ci saranno 52 km a cronometro che favoriranno di gran lunga il Kaiser tedesco. Piove, appunto, e Ullrich non ne pare entusiasta. Piove e Pantani parte, quando mancano 47 km al traguardo, 4 alla vetta di quel Galibier che il Giro d’Italia dovrebbe-condizionale quanto mai d’obbligo-affrontare oggi pomeriggio, limitandosi proprio alla stele dei -4 posta in onore del campione romagnolo. Quell’impagabile scatto fulmineo, mani basse sul manubrio: si volta in una sola occasione, per osservare Luc Leblanc che, con un passo già più rallentato, è l’unico ad imbastire una sorta di reazione. In cima, ha 2’46” di vantaggio sulla maglia gialla; in discesa, incurante della strada bagnata, il Pirata vola a tutta verso la gloria. E ha ancora energie, nell’ascesa di Les Deux Alpes, per continuare a rilanciare l’azione, a sparare le sue progressioni micidiali, trascinato dall’entusiasmo incontenibile della folla. Marco Pantani vince con 1’54” su Rodolfo Massi, altro grimpeur purissimo (e sfortunato), e 1’59” su Fernando Escartin; Ullrich arriva venticinquesimo, a 8’57”, scortato da Bjarne Riis e Udo Bölts. Verso Parigi ci sono altre montagne, oltre alla cronometro di cui sopra: ma in quel momento, con l’occhio ancora vitreo per la fatica, Pantani capisce di avercela fatta. Capisce non solo di aver vinto una tappa al Tour con un’impresa storica, ma di aver vinto quel Tour de France. Nello stesso anno del Giro d’Italia, timbrando una doppietta da allora rimasta ineguagliata. Pantani spalanca le porte della storia e ci entra col suo agile passo da uomo di mare che ama le montagne.
Ecco il video di quella giornata, con l’inarrivabile commento di Adriano De Zan e Davide Cassani:
http://youtu.be/Y_yXuc50v6A
foto tratta da italnews.info
marco.regazzoni@olimpiazzurra.com