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Ginnastica Artistica, testa a testa/1: Biles contro tutte

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Terminati gli Europei, la ginnastica artistica è andata in letargo a livello internazionale e tornerà solo in estate. Noi italiani siamo fortunati e avremo ancora gli Assoluti da goderci (Ancona, 25-26 maggio). Siamo quindi in un periodo di stacco (giornalisticamente parlando, perché le ragazze invece si stanno allenando) e vogliamo divertirci con un giochino: il classico testa a testa. Iniziamo con Simone Biles contro… tutto l’Universo della polvere di magnesio. Una nuova Venere nera sembra avere in mano lo scettro della disciplina (lo scopriremo solo ad ottobre quando si disputeranno i Mondiali). Ma è davvero imbattibile? Per provare a capirlo confrontiamo i punteggi realizzati negli ultimi quattro mesi da diverse ginnaste nelle occasioni più importanti.

Ricordando, però, alcune cose importanti: quattro quinti delle Fierce Five d’oro a Londra erano ferme ai box; Viktoria Komova, argento olimpico, sta recuperando da un infortunio; le cinesi stanno lavorando un po’ di nascosto, ma siamo certi che le rivedremo più forti che mai ad Anversa e soprattutto alla rassegna iridata dell’anno prossimo che ospiteranno a Nanning.

 

È il valore assoluto della statunitense, però, che fa propendere per la sua vittoria nella sfida. Una potenza muscolare incredibile, una costanza da campionessa già affermata, una prestata fisica di assoluto rilievo e soprattutto una grande testa. Solo le grandi campionesse riescono a salire sul podio all’esordio in una gara internazionale: la sedicenne è stata seconda all’American Cup e avrebbe vinto se non fosse stato per un suo errore. In quell’occasione si fermò a un 57.666, cadendo dalla trave: favolosa.

Il suo reale potenziale, però, lo ha dimostrato proprio nel nostro Paese: a Jesolo è stata davvero magistrale per due giorni. Alla classicissima, quando gli occhi azzurri erano puntati sull’infortunio di Vanessa Ferrari, si è sentito il profumo della vera campionessa. Quella sensazione che si prova quando si vede un’atleta che diventerà davvero qualcuno in una determinata disciplina e la dominerà, magari rivoluzionandola (qui la vedo difficile, ma mai dire mai). Sentimenti che, per quanto riguarda l’artistica, penso di aver provato altre 3-4 volte (ma non svelerò mai pubblicamente quali… anche se credo li abbiate intuiti leggendo tra le righe negli articoli editati quest’anno).

Infrangere il muro dei 60 punti non è mai cosa semplice, anzi è una barriera fatidica che è un po’ quella che ti spedisce alle medaglie di peso (iridate e olimpiche). Il 60.400 di Simone ha impressionato parecchio. Soprattutto per la freschezza con cui è arrivato, con una dinamicità fuori dal comune. E sarebbe potuta andare ben oltre: anzi ci andrà di sicuro quando sarà tirata a lucido per le occasioni importanti.

 

Aliya Mustafina, ai vittoriosi Europei di due settimane fa, si è fermata a 59.032. Signor punteggio certo, soprattutto per il modo in cui è arrivato, con una rimonta furibonda. Ma pur sempre 1.3 punti abbondanti di distacco dal fenomeno d’oltreoceano. E qui stiamo parlando della campionessa continentale, della campionessa mondiale 2010, del bronzo olimpico e una delle ginnaste più forti di sempre. No, non credo assolutamente che la tartara possa avere il passo di Simone (salvo imprevisti e quant’altro, sempre dietro l’angolo in questo sport).

Per non parlare di Larisa Iordache. Lo scricciolo di Bucarest ha un’agilità impressionante, una classe che riflette in toto la scuola rumena, una classe cristallina (forse superiore a quella della nostra protagonista) ma non avrà mai i picchi della Venere. Ma si è ampiamente capito agli Europei: passino delle parallele davvero brutte, ma il 58.432 è ampiamente lontano dai punteggi analizzati sopra.

Per il resto non vedo rivali concrete nel concorso generale. Ricordando i distinguo fatti ad inizio articolo, forse solo Katelyn Ohashi ha le carte in regola per sopravanzare la connazionale: in fondo le è successo a Worcester, ma solo grazie all’errore della compagna. Il suo 59.199 è il secondo punteggio dell’anno (parlo di gare internazionali di un certo spessore), ma ancora troppo lontano dagli standard avversari: una trave spettacolare (la migliore del panorama) non le consente di primeggiare come potrebbe fare. Il paragone con Kyla Ross, al momento, è impraticabile.

 

Giusto per dare motivazioni ulteriori a questa schiacciante vittoria (sulla carta) riporto quanto successo su ogni singolo attrezzo.

Sul volteggio è davvero la migliore al Mondo. Il suo Amanar è perfetto: volo altissimo, atterraggio plastico, senza il minimo sbilanciamento. Il 15.900 che è uscito a Jesolo è vertiginoso. Al top solo McKayla Maroney potrebbe contenerla. Giulia Steingruber o Maria Paseka prenderebbero paga.

La trave è un attrezzo in cui sa difendersi egregiamente. La combinazione salto flick + salto teso è da apprezzare. A livello assoluto, ovviamente, dovrebbe lottare con Iordache, Ohashi e le cinesi.

Attrezzo debole? Le parallele. Se debole si può chiamare una che presenta Tkachev carpiato e uscita doppio teso un avvitamento, andando a prendersi 14.850 sempre a Jesolo. Non sarà un esercizio da medaglia in finali di specialità (le cinesi e Mustafina sono superiori) ma vanno più che bene per contenere in un all around.

Al corpo libero si esalta, scatenata, coinvolgente, precisa e acrobatica al punto giusto. Spingerci fino a 14.900 è da poche. Basti pensare che sono punteggi con cui si andava a medaglia a Londra…

Semplicemente, Simone Biles sbaraglia la concorrenza e stravince. Per Olimpiazzurra, chiaramente.

 

stefano.villa@olimpiazzurra.com

(grazie a Ester)

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