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Ciclismo

Giro d’Italia 2013: Astana impeccabile, Sky no

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Oggi il Giro d’Italia 2013 “tira il fiato” dopo una settimana percorsa a tutta, nella quale gli insidiosi tracciati pensati dagli organizzatori, uniti a condizioni atmosferiche spesso difficili e, soprattutto, alla grande fantasia di alcuni corridori, hanno saputo regalare un grande spettacolo.

Domani si riparte dal Montasio, arrivo inedito, dopo aver passato quel Cason di Lanza sconosciuto ai più, ma che potrebbe veramente fare male, molto male a tanti atleti: è la prima, vera tappa di montagna di questo Giro d’Italia, e ci sono tutte le premesse per continuare sulla strada delle emozioni intrapresa finora.

Si riparte con Vincenzo Nibali in maglia rosa. Lo Squalo dello Stretto ha indossato l’ambito simbolo del primato con qualche giorno d’anticipo rispetto ai pronostici, sfoderando una prestazione eccezionale nella cronometro, ma soprattutto correndo senza paura, anche all’attacco se necessario, lungo gli up and down incontrati finora, che hanno fatto malissimo a gente come Hesjedal e Wiggins. Oltretutto, con non poca sorpresa rispetto alle teorie di inizio Giro, la sua Astana si sta dimostrando una squadra molto più efficace rispetto, ad esempio, alla Sky: Henao e Uran, in più di un’occasione, hanno quasi dato l’idea di pensare al proprio destino, senza preoccuparsi più di tanto di Wiggins, mentre l’ottimo Fabio Aru, il sempre presente Valerio Agnoli, il sorprendente Tanel Kangert e persino il malconcio Paolo Tiralongo hanno sempre dato un grandissimo contributo al loro capitano. Proprio per la “nervosa” conformazione delle tappe di questa prima settimana, il fattore-squadra è risultato determinante e Nibali, da questo punto di vista, ha avuto un gran vantaggio.

Un’altra formazione che si è ben difesa è stata la Blanco: attorno a Robert Gesink, che abbiamo già avuto modo di analizzare, gli olandesi hanno costruito un ottimo scudo, facendo correre questo pericolosissimo outsider nelle prime posizioni del plotone in ogni circostanza. Bene anche la BMC, in particolare con Santaromita e Morabito a protezione di Evans, mentre la Lampre non ha saputo offrire un grandissimo supporto a Scarponi-con l’eccezione del fidato Simone Stortoni-, anche perché uno dei più attesi tra i blufucsia, ovvero il giovanissimo Mattia Cattaneo, ha già dovuto alzare bandiera bianca.

Nei prossimi giorni, le squadre serviranno ancora tanto. Certo, sulle grandi salite alpine sono le gambe a fare la differenza: con certe pendenze, bluffare diventa impossibile e, se un corridore va in difficoltà, nemmeno il team più forte del mondo può fare miracoli. Tuttavia, nei lunghi tratti di preparazione a queste ascese e anche nelle successive discese, i grandi favoriti di questo Giro d’Italia dovranno poter contare sull’incondizionato sostegno dei compagni. Perché il ciclismo è sì uno sport individuale, ma senza una valida squadra il successo diventa una chimera.

foto tratta da roadcycling.cz

marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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